Vanadium: metal italiano

Tra i primi a proporre il metal all’inizio degli anni 80 in Italia


I Vanadium sono stati senza ombra di dubbio la heavy rock band italiana più famosa nel nostro paese e in Europa, tra i primi a proporre questo nuovo genere musicale in Italia all’inizio degli anni 80. Influenzati dalle band più famose d’oltremanica come Deep Purple, Led Zeppelin e Judas Priest, proposero un hard rock di buona fattura grazie alle loro capacità tecniche e compositive che via via  affinarono fino a trovare il proprio stile musicale che poi diventerà un vero e proprio marchio di fabbrica. Io al metal mi sono avvicinato proprio grazie a loro: ascoltando un programma alla radio (era il 1988) che si chiamava Metal Mania (su Radio Dandy da tanto non esiste piu) che trasmise uno speciale su i Vanadium e che io registrai in cassetta. Con i Vanadium, dunque, ho iniziato ad ascoltare metal (Massimo Salvau).


Il gruppo fu fondato a Milano nel 1979 dai chitarristi Giorgio Occhipinti e Adriano Nava, ai quali si aggiunsero, dopo alcune ricerche, il bassista Gianfranco Ghislotti, il batterista Franco Avella e il cantante Rino Squillace. Il nome della band fu scelto da Pepe Nicola nel marzo del 1979 che in quel momento suonava le tastiere nel gruppo denominato Due Punti con Giorgio Occhipinti e Rino Squillace dato che lavorava in un’azienda metalmeccanica e sulle chiavi inglesi erano marcate cromo vanadium. Dopo alcune prove, Nava fu allontanato dalla band che iniziò le ricerche per un nuovo chitarrista. Ben presto, il quartetto si imbatté nel giovane Stefano Tessarin, ex membro dei Kaos Rock, il quale era appena tornato da un tour con Alberto Camerini, e decise di ingaggiarlo. La band iniziò a suonare in piccoli concerti locali, arrivando anche a suonare al 1º Festival Rock Italiano tenutosi a Roma nel 1980 e nello stesso anno al PalaLido Rock, un festival patrocinato dal Comune di Milano che li vedeva in compagnia di band come Kaos Rock, Gaznevada e Kandeggina Gang, per poi registrare una demo con pezzi in italiano. Nel periodo successivo a questa primissima fase, sia Occhipinti che Ghislotti partirono per il servizio di leva, abbandonarono il gruppo e formarono più tardi gli Athena. Al loro posto entrarono nei Vanadium rispettivamente Giovanni Jimpel e Fortunato Saccà, provenienti da una band di cover southern rock. Nella primavera del 1980 i Vanadium aprirono poi il concerto di Joe Jackson al Palalido di Milano in un evento che diede molta risonanza al gruppo. Dopo poco tempo, alcuni avvicendamenti portarono all’uscita dal gruppo di Squillace, Avella e Jimpel. i due componenti rimasti ricrearono velocemente una nuova formazione reclutando il cantante Antonio Lutri ed il batterista Renzo “Tommy” Minazzi, proveniente dai Decibel. Con questa formazione, i Vanadium si esibirono ad un concerto che li vedeva assieme ad altre band tra cui i Pulsar, band in cui militavano il cantante Pino Scotto e il tastierista Ruggero Zanolini che qualche anno prima avevano pubblicato un demo con la Phonosound Dischi intitolato “A Man On The Road/Dream”. Tessarin, impressionato dalle capacità di Zanolini, gli chiese di entrare a far parte dei Vanadium, e il tastierista accettò. Nel frattempo, Lutri aveva abbandonato il gruppo, cosicché Zanolini portò con sé dai Pulsar anche Pino Scotto, cantante noto per il suo gran carisma e la sua voce graffiante. Poco dopo il gruppo reclutò il nuovo batterista Americo Costantino. La band fu allora notata da Vincenzo Reitano, fratello del cantante Mino, che decise di prendere il gruppo sotto contratto dalla sua etichetta, la Mister Records. La band iniziò quindi a registrare un primo 45 giri, che prese il titolo di “We Want Live with Rock ‘n’ Roll”, pubblicato nel 1981 con la formazione composta da Steve Tessarin, Pino Scotto, Ruggero Zanolini, Fortunato Saccà e Americo Costantino.

Nello stesso anno Tessarin fu però costretto ad abbandonare il gruppo a causa del servizio militare obbligatorio, venendo sostituito da Claudio Asquini e poco dopo, anche Saccà e Costantino decisero di andarsene. Nel frattempo, Pino si recò ad un concerto di un gruppo chiamato New Age. Propose quindi a Domenico “Mimmo” Prantera e a Emilio Vettor, rispettivamente bassista e chitarrista della band, di unirsi ai Vanadium. Come nuovo batterista subentrò quindi il giovane Lio Mascheroni. La rinnovata band, ottenuto un contratto con la Durium, iniziò a registrare il suo primo album, che fu intitolato “Metal Rock” e pubblicato nel 1982. L’album, che vendette 8000 copie, presentava un sound fortemente ispirato all’hard rock degli anni ’70 con sonorità decisamente più “heavy”. All’album, che si apriva con il brano “We Want Live with Rock ‘n’ Roll” e seguì poi un tour con Alvin Lee, durante il quale Asquini abbandonò la band per essere sostituito dal chitarrista dei New Age Luigi D’Ermes e la partecipazione al programma televisivo Fresco fresco in cui eseguirono proprio il brano apripista dell’album. Nel 1982, finito il servizio militare, Tessarin riprese il suo posto nel gruppo, e così Vettor e D’Ermes se ne andarono. I Vanadium, che a questo punto vedevano la band composta da Domenico Prantera, Lio Mascheroni, Pino Scotto, Ruggero Zanolini e Stefano Tessarin, rimasero da qui in poi piuttosto compatti, con una formazione che non vide modifiche per molti anni. I Vanadium registrarono e pubblicarono su Durium il disco “A Race with the Devil” nel 1983, che fu pubblicato anche su Music-Box per la Grecia e Mausoleum Records per il Belgio. L’album, che continuando nella linea del precedente riproponeva in modo personalissimo strutture tipiche dell’hard rock anni ’70 in salsa “hard & heavy”, portò la band fuori dall’underground con apparizioni in alcuni show della Rai dell’epoca, consacrandone i successi anche all’estero, tanto che Tony Jasper dedicò loro una voce ricca di elogi nella sua The International Encyclopedia of Hard Rock & Heavy Metal del 1985. Nell’ambito televisivo, un loro brano ripreso da concerto fu inserito nel “Processo all’HM”, una puntata tematica di Mister Fantasy di Raiuno incentrata proprio sull’heavy metal e che vedeva Beppe Riva, giornalista della rivista Rockerilla con la sua rubrica Hard & Heavy, nel ruolo della difesa.

Nel 1984 fu pubblicato il terzo album della band, “Game Over”, che vendette 54.000 copie solo in Italia. Il disco vedeva sonorità più mature, con inserimenti di melodie più diversificate che si inserivano nella loro tipica struttura hard rock. Il disco divenne poi il manifesto di apertura della trasmissione Heavy con Kleever prodotta dal canale televisivo musicale italiano videomusic, che consacrò così la band al suo apice di popolarità. Il tour che ne seguì li vide come gruppo di punta nel festival metal Italian Massacre di Mantova e nella data del Rolling Stone di Milano la band fece il tutto esaurito. Fu in questo momento di grande popolarità della band che arrivò anche il tour che li vide di spalla ai Motörhead e Twisted Sister, prima di pubblicare l’album dal vivo “On Streets of Danger” (Durium, 1985), un documento che ancora oggi ne testimonia la grande energia concertistica e performativa. L’album conteneva poi l’inedito You Can’t Stop the Music, del quale fu girato un video musicale. Nel 1986, ormai raggiunta una fama enorme, la band si recò in Inghilterra, a Londra, dove, sotto la supervisione del noto produttore Lou Astin (che aveva già lavorato con gruppi del calibro di Judas Priest, Deep Purple, Thin Lizzy e Queen), registrò e pubblicò “Born to Fight” (Durium, 1986). Nel 1987 il gruppo pubblicò “Corruption of Innocence”, prodotto da Jim Faraci, dove il sound si spostò molto di più su sonorità simili al pop metal di stampo americano di quel periodo. L’album comunque ebbe un buon successo e vendette numerose copie anche all’estero. Sempre nel 1987 seguì la storica compilazione di metal italiano prodotta dalla Durium ed intitolata Metalmaniac, che li vedeva con il brano “Run Too Fast” al fianco di band come Gow, Halloween, Angelkillers, Sabotage, Skanners, Danger Zone, Strana Officina e Nuclear Simphony. Poco dopo, tuttavia, la Durium, storica etichetta della band, fu costretta a chiudere. La band perse allora il proprio punto di riferimento e firmò un contratto con un’etichetta minore, la Green Line.

Nel 1989 la band pubblicò il nuovo album “Seventheaven”, dal suono fortemente commerciale, prodotto da Guy Bidmead. Il gruppo, per evitare di commercializzarsi eccessivamente o di cadere nella ripetitività, decise allora di sciogliersi. Nel 1995 Scotto e Tessarin decisero di riformare i Vanadium con la formazione storica, e la band incise un nuovo album, “Nel Cuore del Caos”, connotato da un sound fortemente hard rock cantato in italiano (con testi di Norman Zoia). La band allora si esibì in un piccolo tour d’addio fino all’anno successivo, il 1996, quando i membri decisero all’unanimità di sciogliere definitivamente il gruppo dopo un ultimo concerto. Dopo lo scioglimento, Pino Scotto e Lio Mascheroni fondarono i Fire Trails, mentre i restanti membri crearono un nuovo gruppo chiamato Diumvana.