La Luce in fondo al pozzetto

Breve storia a puntate di una giovane blatta e della sua ricerca della verità

Gentile lettore,

salutato Luto il verme, il nostro affezionatissimo si appresta a seguire G. verso la foce del grande fiume. Ad attenderli un’interessante colonia di formiche.

 

Il disegno della striscia illustrativa è tratto dalla prima illustrazione di Archy and Mehitabel, di Don Marquis, uscita in data 11 Settembre 1922 per il New-York tribune. Il nostro Kopro deve ad Archy, suo illustre predecessore, due cose: l’immagine in questione, e lo stesso rispetto dovuto a chiunque lotti per esprimere se stesso nonostante i propri limiti.
L’ illustrazione all’interno è opera di Michele Marescutti, che anche questa settimana ci regala la sua visone del mondo di Kopro.

9. Le formiche

La vista del formicaio

Kopro se ne stava da una parte, con le antenne basse, mentre G. salutava il suo amico: «Sei un’autentica spina nel fianco, ma è sempre un piacere sentirti cianciare dei tuoi giochetti di logica!». «Come lo è per me capire ancora che non hai capito nulla!» Si erano trovati in disaccordo, sicuramente per l’ennesima volta, dimostrando di comprendere perfettamente l’importanza di quel contrasto. Prima di scomparire nuovamente nel terreno Luto il verme si voltò verso il giovane: «Non abbatterti così tanto, questo vecchio ha molte più risorse di quanto credi, riuscirà a ridarti una speranza. Ma ricorda: una speranza non è una certezza!». Il vecchio G. dispensò l’ennesimo sorriso al suo stravagante amico, poi si rivolse verso Kopro: «Ora andiamo, abbiamo altro da vedere, il nostro viaggio non è finito.». Il ragazzo si limitò a dare il suo assenso con un segno della testa e a seguirlo verso la foce del grande Nylon. G. era certo che nella sua mente si stesse consumando una lotta serrata, proprio per questo decise di corrergli in aiuto: «Immagino che la tua bella crisi sia ancora pienamente in atto…». «Non ti sbagli, quel verme mi ha portato in acque più profonde di prima!» «In realtà ha voluto lasciarti molti più spunti di quanto immagini, solo che non poteva servirteli su un piatto d’argento, per lui è più importante non sopravalutare l’osservatore…» «Puoi citarmene qualcuno?» «Farò di meglio, ti dirò esattamente qual è il sotto testo che ho letto mentre si divertiva a demolirti.» «Quindi è vero che ci provava gusto!» «Smettila con queste idiozie! Ti ha spiegato bene la questione delle emozioni, se smettessi finalmente di prenderla come un fatto personale e ti concentrassi sui risultati riusciremmo ad andare avanti molto più serenamente!» Quel cambio di tono gli fece capire che non poteva permettersi più di essere coccolato come una neanide, era ora di dimostrare che sotto quel carapace c’era un insetto diverso.

Dopo una breve pausa G. riprese: «In realtà il mondo è sempre andato avanti senza bisogno di certezze assolute. Ricordi cosa ha detto Luto? Ogni scenario è possibile, ma alcuni fenomeni tendono a ripetersi con maggior frequenza. Sulla base di questa frequenza si possono stabilire delle regole che ci facciano prevedere con buona approssimazione come possono andare le cose e ci consentano di regolarci di conseguenza.». «Sbaglio o sei tornato sulla mia posizione?» «Con una differenza sostanziale: so che posso avvicinarmi il più possibile al fenomeno osservato ma che qualcosa, rimarrà sempre al di fuori dalla mia osservazione, e so anche che non posso non tenerne conto. Le previsioni sono diverse dalle certezze! So anche che difficilmente pensieri e parole coincidono esattamente, e ciò mi impone maggiore cura nel comunicare con gli altri, sia in ciò che dico che in quello che credo di capire.» Kopro capì molto bene, l’osservatore deve arrendersi all’evidenza, i suoi strumenti non saranno mai abbastanza precisi da abbracciare un fenomeno nella sua totalità, ma il non possedere tutta quella precisione non è sempre un impedimento totale al processo della conoscenza. Il vecchio riuscì a percepire la serenità ritrovata del suo giovane amico: «Fino ad ora abbiamo fatto un sacco di esempi, ma tutti erano legati all’osservazione di normali fenomeni naturali, come la vista, o il cibarsi. Non credi che possa essere diverso quando parliamo di differenti coscienze che si combinano alla ricerca di un sistema?» Le sue antenne vibrarono, non riuscì a nascondere un pizzico di preoccupazione: «Sapevo che non poteva finire così, quello che proponi mi sembra un salto argomentativo piuttosto grosso, potresti essere più preciso?» «Ci stiamo dirigendo verso un posto che potrà darci un grosso esempio, li troveremo la precisione che cerchi.»

Ognuna di loro ha una funzione, un impegno preciso al quale non può contravvenire

Abbandonarono il corso del fiume per entrare in una crepa sulla conduttura principale. Dopo aver percorso una discreta distanza sbucarono in un grosso spazio. «Dove siamo?» Chiese Kopro con una certa curiosità. «Questo è un buon punto di osservazione, vedi cosa accade la in fondo?» A diversi centimetri di distanza c’erano una serie di ingressi nel terreno che conducevano ad altrettanti cunicoli, dai quali, in movimento frenetico e ordinato entravano e uscivano numerose formiche. «Mi hai portato dalle formiche? Non ti sembra rischioso?» «Stai a distanza e non farti notare, sono troppo indaffarate a raccogliere i frutti dell’abbondanza di quest’anno per preoccuparsi di attaccare insetti vivi, ma è meglio non disturbarle, non si sa mai…» «Perché siamo qui?» «Siamo qui per osservare l’esempio che ci serve: una serie di individui, unici in quanto tali, che cooperano per il raggiungimento di un fine comune, il sostentamento e l’ordine di un’intera colonia. Comincia con l’osservarle per bene, ognuna di loro ha una funzione, un impegno preciso al quale non può contravvenire, non senza il rischio di mettere a repentaglio l’intera colonia.» «Un singolo individuo è così importante davanti a questa moltitudine?» «Si, soprattutto se consideri che possiede una coscienza infinita. Prenditi qualche minuto e osservali per bene, cerca di tener conto di ciò che hai appreso fino ad ora, sopratutto della differenza tra pensiero e linguaggio.»

Continua…