Vittorio Pitzalis: l’esperienza a Memphis

Il bluesman Sardo si racconta in questa intervista per RSW


Vittorio Pitzalis è tra i bluesman più rappresentativi della Sardegna. La sua attività concertistica lo porta a esibirsi su alcuni tra i palcoscenici più importanti della scena nazionale. Nel 1994 guadagna la prima posizione al concorso indetto dal Narcao Blues Festival e nel 1996 vince il contest organizzato dal festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz – il festival del sud-ovest sardo”. Gli importanti risultati ottenuti gli permettono di esibirsi, lo stesso anno, al festival ogliastrino Rocce Rosse Blues (aprendo la data di John Mayall) e sullo storico palcoscenico toscano del Pistoia Blues Festival. Nel 2003 al Narcao Blues Festival conquista il gradino più alto del podio al concorso “Blues from Sardinia”. Nel 2016 si aggiudica il premio “Mario Cervo” ed un anno dopo esce “Jimi James” ovvero il suo primo disco pubblicato dall’etichetta MGJR Records. Nel luglio 2018 vince la finale delle selezioni per la finale dell’International Blues Challenge, ospitata al Delta Blues Festival di Rovigo. A Gennaio 2019 è stato alle finali di Memphis.


Ciao Vittorio. E’ passato più di un anno dalla tua esperienza a Memphis. Che ricordi ti sono rimasti in testa? “Ciao Massimo. Beh, so che è un po’ da stupidi, forse, ma io ricordo tutto di quell’avventura. Lo sbarco a Memphis alle 23,30 circa, l’alba con la vista dei due ponti caratteristici di Memphis, l’acqua del Mississippi, Graceland, Elvis e il mio amore musicale esploso per lui. E poi le mie incisioni alla SUN RECORDS, la prima volta che ho suonato a Beale Street, la mia Produzione, la mia compagna, il viaggio interminabile in aereo, il pianto in camerino quando appresi di non aver superato i quarti di finale, il rientro. Ed ora che ne ho parlato ancora ho l’emozione fortissima della prima volta. Il ricordo vive fortemente dentro di me. Indimenticabile”.

Musicalmente parlando ti ricordi l’impatto che l’INTERNATIONAL BLUES CHALLENGE ha avuto su di te? Hai visto ed ascoltato tanta musica suonata da band ed artisti provenienti da tutto il mondo. Molto bello!

“Ricordo molto bene l’immediata “coesione” tra noi  musicisti. Bellissimo. Australiani, inglesi, italiani, tedeschi, americani ma la bandiera era una sola: quella del Blues. Non ho avuto in verità molto tempo per seguire le serate tranne le date in cui anche io mi sono esibito. Ma il livello è stato davvero alto. Molto alto. E dunque l’impatto è stato splendidamente devastante”.

Secondo te, per arrivare a vincere l’INTERNATIONAL BLUES CHALLENGE, che doti occorre avere?

“Credo che la bravura sia relativa (da cio’ che ho visto la a Memphis con i miei occhi). Il pubblico americano vuole allegria e divertimento, li ti devi mettere in gioco si, ma in tranquillità. L’emozione fa brutti scherzi. Poi certo devi esser capace a suonare, ma a suonare davvero. Devi trasmettere qualcosa. Ma alle volte non basta”.

Dopo questa esperienza a Memphis la tua vita è cambiata? Hai avuto più ingaggi oppure è rimasto tutto come prima?

“Sembrerà strano ma dopo Memphis è stato il buio completo, soprattutto qua’ in Sardegna (tranne un paio di casi proprio isolati). Chiudo anche subito il discorso. Passa alla prossima domanda…”.

Dimmi una cosa che ti è piaciuta di questa esperienza ed una che non ti è piaciuta…

“Mi è piaciuto tutto indistintamente. Ma riuscire ad incidere alla SUN RECORDS e vedere l’Impero di Elvis è una cosa davvero grandiosa”.

Come procede con l’incisione del nuovo disco? Ci puoi dare qualche notizia oppure tutto deve rimanere segreto?

“Beh…l’incisione del disco ha subito un freno brutale con questo presunto Virus che si è scatenato e con le conseguenti ordinanze governative. Dunque per ora è tutto bloccato. Vedremo a fine estate. Ma io ci sto lavorando sempre”.

Vittorio Pitzalis come si vede tra dieci anni?

“Non lo so. Intanto spero di arrivarci e allora senz’altro avrò 70 anni e avrò ancora la passione per il Blues. Credo zoppicherò un pò e le mie mani non saranno più le stesse. Credo che avrò molto più rispetto dalle persone che a loro volta hanno avuto rispetto verso di me. Se la salute non mi abbandona spero di poter continuare  a suonare, anche solo per hobby, le mie chitarre e se qualcuno mi vuol dare una mano da lassù, la accetterò. Se no…”-

Grazie Vittorio Pitzalis.