Michele Marescutti ed il suo Quartourismo

La mission: riscoprire il territorio quartese a 360 gradi a partire dalla sua storia


Quartourismo opera nel campo del turismo sostenibile e propone itinerari alternativi a quelli classici del turismo di massa. Tour all’interno della città di Quartu e nell’hinterland e, su richiesta, offre un servizio di guida turistica in tutto il territorio regionale. L’obiettivo è quello di far riscoprire un territorio troppo spesso sottovalutato mediante l’ideazione e la progettazione di itinerari e attività per tutte le età. Ne abbiamo parlato con Michele Marescutti, il suo ideatore.


Come nasce l’idea di Quartourismo?

“L’idea del progetto Quartourismo è nata durante la frequentazione del corso di guida turistica. Abito a Quartu dal 1986 e l’esigenza di divulgare la cultura della città in cui vivo è stata alla base della mission principale. Il come farlo ha richiesto invece quasi un anno di studio del territorio e numerose riflessioni. Qualcuno mi ha addirittura dato del sognatore (e in qualche occasione del pazzo) per aver avuto l’idea di un progetto divulgativo/turistico su Quartu. Puoi immaginare, da questo punto di vista, quale sia l’immagine della città”

Quali sono gli obiettivi principali che si prefigge di raggiungere?

“Riscoprire il territorio a 360 gradi a partire dalla sua storia, particolarmente ricca di avvenimenti, la sua cultura e le sue tradizioni. Il tutto veicolato attraverso la divulgazione sui social e sito web, con la progettazione di tour guidati nonché con l’organizzazione di eventi. Reputo di fondamentale importanza anche la collaborazione con le scuole, fondamentali ai fini della divulgazione del territorio”.

Come ed in che modo si può riscoprire il territorio e come favorire una prospettiva turistica?

“Ho sempre pensato che il territorio dovesse essere riscoperto in primis dal cittadino stesso. Lo stesso autoctono che dovrà essere il primo a favorire un qualsiasi tipo di turismo. La prospettiva turistica sarà una delle conseguenze della presa di coscienza del territorio. Ovviamente occorrono anche i fondi. E’ una strada lunghissima poiché occorre rimediare allo scarso appeal di  Quartu in termini di immagine, che di conseguenza rende difficoltosa qualsiasi iniziativa. Noi stiamo lavorando a breve/medio termine proprio da questo punto di vista, provando a migliorare la percezione del territorio facendone scoprire i lati interessanti”.

Quante persone collaborano con te e pensi che l’unione faccia la forza?

“Mi avvalgo della collaborazione di varie figure a seconda delle esigenze del momento. Ci sono delle collaborazioni in atto con varie realtà del territorio, convinti come me che l’unione faccia la forza. Pur lavorando in autonomia, instaurare reti di collaborazione efficaci e professionali sta alla base del lavoro che facciamo. Per esempio, abbiamo cominciato a collaborare con una scuola elementare. Per i bambini ho progettato due laboratori didattici e due tour guidati che si svolgeranno tra marzo e maggio di quest’anno. E’ stata una bella soddisfazione, visto quanto QT punta alla collaborazione con gli istituti scolastici”.

Voi avete sede a Quartu. Che rapporto c’è fra voi ed il Comune di Quartu?

“I rapporti con l’amministrazione sono di reciproco rispetto. Qualche contatto c’è stato, ma allo stato attuale non sono in atto collaborazioni significative, anche a causa delle gravi condizioni in cui versano le casse del Comune”.

Torniamo a Quartourismo. Che genere di tour fate e cosa si prevede per i prossimi mesi?

“I tour di Quartourismo sono la parte di divulgazione “sul campo”, che reputo la più importante e che tenta di coinvolgere residenti e non nella scoperta del territorio. Quartourismo crea esperienze, curiamo l’aspetto emozionale della divulgazione con la progettazione di itinerari diversi dai soliti. In quasi due anni di vita, siamo andati a scoprire la parte cittadina con le storie e le leggende del centro storico, l’arte Liberty, il tour sulle vecchie contrade, il cimitero monumentale e un tour fotografico nel quale l’aspetto più coinvolgente ha riguardato la stampa di foto d’epoca per ricreare l’esperienza tattile e visiva, mettendo al bando (per una volta) la tecnologia. Alla parte cittadina si affianca la parte dedicata al litorale, con i tour che riguardano le invasioni dei pirati e lo sbarco francese del 1793, nonché la storia della villa romana e della zona di Sant’Andrea. Stiamo attualmente progettando tour totalmente inediti per la primavera, alcuni dei quali veramente speciali”.

Tu sei uno storico dell’arte e guida turistica iscritta al Registro Regionale delle Guide Turistiche della Regione Sardegna. Per chi volesse diventare esattamente come te…come si diventa guida turistica? Quali sono i sacrifici da fare?

“La prima parola che mi viene in mente è passione. Per il territorio in cui si vive, per l’arte, le tradizioni e via dicendo. Una buona formazione di base è essenziale ma occorre avere anche una propensione caratteriale. Bisogna necessariamente mettersi in gioco. Parlare a un gruppo di persone non è per nulla semplice, e la preparazione culturale da quel punto di vista conta solamente la metà. Mantenere le persone attente e coinvolgerle con aneddoti, storie e curiosità può essere un buon modo di integrare un tour guidato (e le persone adorano questi argomenti). Ma, soprattutto, bisogna far vivere un’esperienza e non mettere distanze. Per conseguire il patentino di guida, invece, occorre seguire un corso e ottenere la conseguente abilitazione. La legislazione sulla professione, invece, è un caos del quale preferisco non parlare in questa sede, sarebbe davvero noioso”.

Nel vostro sito si parla di turismo sostenibile/esperienziale. Puoi spiegare meglio?

“Non proponiamo tour classici come quelli rivolti al turismo di massa, spesso itinerari mordi e fuggi per visitatori che hanno poco tempo (e talvolta modesto interesse).  Il turismo culturale è il nostro campo d’azione. Proponiamo esperienze che rimangono nel visitatore (autoctono o meno) come un ricordo piacevole, facendo dello storytelling uno dei nostri cavalli di battaglia. I partecipanti “vivono” il tour guidato e instaurano allo stesso tempo un legame emotivo con il territorio. Lo slogan ideale sarebbe “emozionare facendo cultura”. I temi dell’ambiente, poi, sono un altro campo su cui puntiamo molto. Il concetto di turismo sostenibile, che non altera le zone in cui si agisce ma anzi sensibilizza verso i temi ambientali e tiene conto delle esigenze attuali dei turisti e delle regioni di accoglienza, ci è molto caro”.

Cosa ha fatto scattare in te la voglia di diventare guida turistica?

“E’ nato quasi casualmente in un periodo della mia vita in cui ero alla ricerca di nuovi stimoli e nuove possibilità. Da storico dell’arte aggiungere una nuova professione affine poteva essere l’inizio per creare qualcosa di nuovo. Quando un amico mi suggerì un corso di guida turistica pensai: “Perché no? Potrebbe essere un nuovo percorso della mia vita”. Tendo a non accontentarmi mai e a scegliere la strada più difficile, quello che con quartourismo in un certo senso è avvenuto”.

Ci sono stati dei momenti di sconforto, nella tua vita, dove da guida turistica le cose non stavano funzionando al meglio e lo sconforto ti ha preso? Come ne sei uscito fuori?

“Assolutamente sì! Ma ho appena iniziato e quartourismo sta per compiere il secondo anno di vita. Le persone cominciano a conoscere e apprezzare il progetto. E’ una strada lunga e tortuosa, fatta di alti e bassi, ma la passione e la voglia di riuscire nell’obiettivo ti fa andare avanti sconfiggendo le pulsioni negative”.

Come vedi il futuro di Quartourismo e di Michele Marescutti?

“Domandona! Con un progetto del genere totalmente autofinanziato devi vivere per step e obiettivi a breve e medio termine. Il sogno continua, a breve cominceremo a girare i documentari per i quali, oltre a intervenire in prima persona, curerò anche l’aspetto musicale. Continueranno i tour guidati, sia quelli classici che alcuni di nuova progettazione e probabilmente riusciremo ad accogliere e portare in tour anche gli stranieri, aggiungendo un altro piccolo tassello alla nostra avventura”.

Quartourismo è presente su Facebook, basta cercare il profilo Quartourismo.

Il suo sito web: www.quartourismo.com