Gianfilippo Masserano e le sue foto

Ovunque ci sia musica lui è lì, pronto, con la sua fotocamera


Gianfilippo Masserano è il fotografo dei musicisti. Ovunque ci sia musica lui è lì, pronto, con la sua fotocamera. Immortala momenti, chitarre, espressioni del viso e li traduce in foto che regalano un emozione. Non parla moltissimo Gianfilippo ma a noi di Radio Sardegna Web ha concesso una preziosa intervista.


Gianfilippo, quando hai capito che la fotografia sarebbe stata una tua grossa passione?

“Non so se c’è stato un momento esatto, è stata una cosa abbastanza naturale che si è affiancata alla mia passione per la musica. Quando ho capito/sentito che le due cose potevano coesistere non c’è stata più interruzione. Credo fosse il 2008/2009. Ogni tanto qualcuno dice: “come fai ad ascoltare un concerto e fare fotografie. Ti perdi tutto!”. Ecco per me non è così. La combinazione delle due cose funziona, almeno per me. Se poi il concerto, la musica che sto ascoltando, mi piace molto funziona anche di più”.

Quale è stato il tuo percorso di crescita e apprendimento dell’arte fotografica?

“Ho iniziato da autodidatta con qualche macchinetta di scarsa qualità, poi nel 1998 ho comprato la prima reflex analogica con un prezzo abbordabile per le mie tasche (nessuna conoscenza tecnica per la scelta, mi affidai al negoziante). I miei primi soggetti furono i panorami e le meraviglie naturalistiche e architettoniche della Sardegna. Centinaia, migliaia di foto e diapositive. Poi uno stop. Lo sviluppo e la stampa costavano troppo. Ho ripreso la macchina fotografica in mano (una digitale di infima qualità) nel 2009 e grazie all’ispirazione che mi ha dato, probabilmente a sua insaputa, un’amica fotografa Simona Toncelli e alla forza delle sue immagini ho provato a combinare la fotografia alla mia vera passione, la musica. Da lì in avanti ho fatto qualche corso, ho guardato tante foto, ho letto tanti libri di fotografia e ho scattato tante fotografie (forse anche troppe)”.

Ogni fotografo ha la sua attrezzatura. Tu cosa ti porti dietro?

“Niente di particolare, nel senso che vorrei avere qualcosa di qualità superiore, mi accontento per ora, ma conto di poter comprare qualcosa di accettabile presto. La fotografia dei concerti è molto particolare. Ovviamente si basa sulla luce, ma non è l’aspetto principale a cui gli organizzatori di concerti pensano. Nel senso che, forse giustamente, l’attenzione è per quello che avviene sul palco e basta. Quindi l’impianto di illuminazione, quando c’è, è spesso non “ponderato”, con fari a led di pessima resa a posteriori su foto e/o riprese video (magari efficace sul palco, ma spesso ingestibile su macchina). Finito lo sfogo! Possiedo una Nikon D7000 e una vecchia D90. Utilizzo un Sigma 70-200 mm. f2.8, un Sigma 17-50 mm. f2.8, un Tokina 11-16 mm. f2.8 e un Nikon 50 mm. f1.8”.

Lavori molto di post-produzione?

“No, pochissimo. Confesso che non sono molto bravo. Vorrei avere del tempo per poter fare qualche corso e imparare qualcosa. Prima o poi”.

Raccontaci il primo servizio fotografico. Che anno era e di cosa si trattava?

“Non credo di aver mai fatto un servizio fotografico vero e proprio. Non è il mio lavoro, quindi non ho mai preso in considerazione offerte di questo tipo. Forse la prima presa di consapevolezza delle mie foto è stata grazie a Massimo Zamboni (ex CCCP, CSI), scattai ad un suo concerto nel 2010 alcune foto che evidentemente gli piacquero, mi contattò attraverso il suo management e mi invitò a un altro concerto e le foto realizzate quella sera arricchirono i suoi due dischi seguenti”.

Cosa rappresenta per te la fotografia in termini emotivi?

“Divertimento. Se va fuori da questo schema emotivo significa che qualcosa è andato storto”.

C’è stato un incontro con qualcuno che si e rivelato importante per la tua crescita?

“Sicuramente il primo nome che ho fatto prima, ma anche le tante persone che ho conosciuto in questi anni che si sono sempre prestati, volente o nolente, ai miei scatti e a quelle che mi hanno dato consigli e suggerimenti”.

Cosa ti piace fotografare oltre ai musicisti?

“Le mani dei musicisti. Vorrei saper fotografare bene il mare, ma c’è sempre tempo per imparare”.