“Da tempo si è perso il gusto del giornalismo d’inchiesta”

Intervista al giornalista professionista Andrea Frailis


Giornalista professionista, dal 1976 lavora per l’emittente televisiva Videolina, conducendo anche vari programmi di approfondimento. Con il programma “Col senno di poi” ha vinto nel 2007 il premio Saint Vincent per il giornalismo televisivo regionale. Nel 2011 passa alla carta stampata, alla guida della redazione di Quartu S. Elena del quotidiano “L’Unione Sarda”. È stato addetto stampa del Cagliari Calcio dal 1997 al 1998 e consulente per la comunicazione alla stampa della giunta regionale.


Il giornalismo è stato ed è tuttora la sua passione. Però, da quando ha cominciato ad oggi, è cambiato moltissimo il lavoro del giornalista. Ci si è dovuti adeguare alle nuove tecnologie. Ma le problematiche sono altre: la precarietà, ad esempio. Ed allora le chiedo: vale la pena oggi, nel 2018, professionalmente, fare il giornalista?

“E’ cambiato il mondo, non solo il giornalismo. Oggi può leggere sul suo smartphone i risultati delle analisi cliniche alle quali si è sottoposto, pagare la sosta dell’auto e viaggiare in aereo con il biglietto elettronico, e tutti noi giornalisti scriviamo sul computer. Quando ho iniziato (era il Settembre del 1976, proprio oggi compio 42 anni dal mio ingresso a Videolina) scrivevamo su macchine meccaniche, telecamere e registratori pesavano qualche decina di chili e per montare un servizio occorreva molto tempo. Ma il giornalismo rimane il mestiere più bello del mondo, il più imprevedibile, quello che ogni giorno ti mette di fronte realtà diverse, persone nuove, la possibilità di viaggiare. Rispondo di sì, vale la pena fare il giornalista, anche al giorno d’oggi”.

Secondo lei l’attività giornalistica che si fa in Sardegna è di qualità? Vede qualche giovane preparato, che la convince, che la fa sperare per il futuro oppure si vivacchia?

“Da troppo tempo si è perso il gusto del giornalismo d’inchiesta, della paziente opera di scavo delle notizie e del controllo delle fonti. Si ha fretta, troppa fretta, e spesso si utilizzano scorciatoie che non migliorano il lavoro e confezionano un prodotto che va bene a tutti, e questo è un rischio concreto. Però anche da noi ci sono ottimi giovani giornalisti, mancano forse veri maestri di giornalismo e l’umiltà necessaria a imparare il mestiere”.

Quali sono le regole da rispettare assolutamente per fare del buon giornalismo?

“Il rigore nel riportare le notizie, innanzi tutto. E per far questo è indispensabile il controllo continuo, ripetuto, incessante delle fonti. Se lei ha la pazienza di fare un raffronto con il passato, anche quello più recente, si renderà conto di quanto siano aumentate le smentite, le rettifiche, le correzioni. Questo non fa bene al giornalismo, alla sua autorevolezza. Tempo fa ha sentito un giornalista con incarichi direttivi costringere un redattore  a pubblicare una notizia anche se non era stata del tutto verificata. “Tu dalla lo stesso – era l’invito – se poi non è vera pubblichiamo la smentita e abbiamo dato due notizie e non una”. Ecco questo è giornalismo un tanto al chilo, così l’informazione muore”.

Parliamo di politica. Fra poco ci saranno le elezioni per eleggere il Presidente della Regione Sardegna. Lei come vede la situazione politica in Sardegna considerando anche quella nazionale?

“Male, molto male, ma non irrimediabile. La giunta di centro sinistra ha fatto innegabilmente cose buone, ma non ha dato tutte le risposte che l’anelito di cambiamento richiedeva. Penso alla riforma sanitaria che ha finito con scontentare tutti. A mio parere una delle prime cose da cambiare con la prossima legislatura, chiunque vinca”.

Questa accoppiata Movimento 5 Stelle e Lega è davvero la soluzione ideale per questo paese?

“No, non è la soluzione, è l’aggravamento del problema. Ricapitoliamo: questo governo gialloverde (nero) in realtà non ha messo mano a un solo provvedimento che aveva promesso: dopo 100 giorni la flat tax non è nemmeno in mente dei, il reddito di cittadinanza non esiste e rimane in piedi il reddito di inclusione varato dal precedente esecutivo, sui vaccini hanno dovuto fare una umiliante marcia indietro e confermare il sacrosanto obbligo di vaccinazione deciso dalla Lorenzin, sull’Ilva dopo aver parlato di accordo truffa hanno firmato quello costruito dal ministro Calenda, in economia dopo aver sparato minacce del tipo “se serve sforeremo il patto di stabilità” hanno solo furbescamente inserito una vocale “sfioreremo il patto di stabilità”. No non è questa la soluzione”.

Quali sono le reali problematiche che la politica dovrebbe affrontare riguardo la Sardegna?

“Il lavoro, non c’è dubbio e il futuro dei nostri giovani. Invocare il lavoro, però, non basta. Ci vuole un serio programma di conoscenza per i nostri ragazzi. I risultati sono chiari, abbiamo gli studenti meno preparati d’Italia e il solco di preparazione tra i nostri e quelli delle regioni più avanzate è evidente, e a poco servono le eccellenze di alcuni dei nostri ragazzi alle gare in campo nazionale; è la media che fa pensare. Conoscenza, preparazione e studio. Con l’apertura al mondo intero, copiando se necessario dalle migliori esperienze, basta con “su connottu”.

Mi piacerebbe scoprire l’Andrea Frailis uomo, anziché il giornalista. Per esempio: quando non lavora e si vuole rilassare di solito che fa? Cosa ascolta nel tuo stereo di casa, cosa legge…..

“Leggo, leggo molto, è una delle mie passioni insieme allo stile nell’abbigliamento. Leggo di tutto e da anni mi diletto a presentare dei libri in varie occasioni. Ormai sono conosciuto da autori, editori e librerie e, qualche mese, devo anche leggere tre, quattro libri per soddisfare le richieste. Ma è sempre un enorme piacere, perché leggere è sempre come compiere un viaggio meraviglioso in un mondo sconosciuto. Tra i generi preferiti sicuramente le biografie, ti consentono di valutare alcuni personaggi che pensavi di conoscere a fondo e, invece, scopri aspetti inediti e interessanti. A proposito leggo sempre e solo libri di carta, all’e-book non sono mai riuscito ad abituarmi. Non sono un cultore di musica anche se mi piace molto quella tradizionale e quella napoletana in particolare; da più giovane ascoltavo spesso la Lirica, perché mia madre era appassionata come tantissimi cagliaritani d’altra parte. Confesso di essere più “pucciniano” che “verdiano”, non amo molto la solennità”.

Per distrarsi preferisce andare a teatro oppure meglio un locale dove assistere ad un concerto di qualche buona band sarda?

“Teatro, teatro tutta la vita. Adoro la prosa, le camaleontiche capacità degli attori, la doti dei registi; mi appassiona tutto, dalla perfetta dizione alle scene. Da qualche anno seguo gli spettacoli delle rassegne presentate a Cagliari per il nostro Tg, e ho avuto modo di conoscere e intervistare attori e registi di grande livello, un altro dei grandi vantaggi che mi ha dato la mia professione”.

Se Andrea Frailis si guardasse indietro e pensasse a tutto il lavoro che ha fatto come giornalista, alle sue esperienze di vita, ai momenti difficili passati, alla sua famiglia….che considerazione avrebbe di se stesso?

“Sono soddisfatto, molto soddisfatto. Ho fatto il lavoro che sognavo da bambino, anzi in qualche modo me lo sono inventato perché quando ho iniziato non avevo molti punti di riferimento. Ho avuto una vita tranquilla, una famiglia che mi ha sempre sostenuto e la possibilità di scegliere la mia strada. Oggi ho una moglie adorabile e una figlia straordinaria e, forse, un solo rimpianto: aver iniziato a fare il giornalista quando mia Madre non c’era più. Non so se sarebbe stata orgogliosa di me, ma mi piace pensarlo”.