Epatite C: intervista con la Professoressa Maida

Si stima che siano circa 10.000 i pazienti affetti da epatite C in Sardegna


Professoressa Ivana Maida dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Sassari.  E’ una prestigiosa personalità scientifica direttamente coinvolta nel tema e può illuminarci sul virus dell’Epatite C. Radio Sardegna Web l’ha intervistata…


Intanto Dottoressa ci parli di questa malattia. Che cosa è l’epatite C?

“L’epatite C è una malattia infettiva che colpisce il fegato causata dal virus HCV. Il virus determina infiammazione e formazione di tessuto cicatriziale nel fegato. Si moltiplica prevalentemente nelle cellule epatiche evolvendo nella maggior parte dei casi in epatite cronica, cirrosi, insufficienza epatica ed epatocarcinoma. Il 20-30% dei pazienti con epatite cronica C sviluppa, nell’arco di 10-20 anni, cirrosi e, in circa l’1-4%, successivo epatocarcinoma. Nella maggior parte dei casi l’epatite C non mostra sintomi, e per questo motivo molte persone ignorano di esserne affette. Circa l’80% delle persone infette non sa di esserlo, ed è per questo che l’infezione viene definita “subdola” in quanto non sono manifesti sintomi tali da suggerire una visita specialistica e l’effettuazione dei test necessari alla diagnosi”.

In Italia quante persone soffrono di questa malattia?

“Nel nostro Paese la percentuale di soggetti infettati dall’HCV riportata dai principali studi è di circa il 2% della popolazione generale, con un gradiente che aumenta dal Nord verso il Sud e le isole, e con l’età (il 60% dei pazienti con epatite C verosimilmente è ultrasessantacinquenne). Le ultime stime dell’associazione di pazienti Epac Onlus parlano di 140-240mila infetti dal virus dell’epatite C e ignari di esserlo”.

Piano Nazionale Eradicazione HCV. Quattro appuntamenti nazionali da Sud a Nord Italia con epatologi, infettivologi e internisti riuniti a Roma. Qual è il senso di questi quattro incontri?

“Gli incontri prevedono di discutere e affrontare le tematiche relative all’infezione, alle complicanze e al trattamento dei pazienti affetti da epatite C con particolare attenzione al problema dell’emersione del “sommerso” della infezione da HCV; in modo da centrare l’obiettivo di eradicazione dell’infezione in Italia secondo gli obiettivi dell’WHO”. Infatti sono circa 200mila le persone tra detenuti, tossicodipendenti e immigrati (ma anche over 60enni) che sono stati esposti al virus e hanno contratto l’epatite C ma che non sono consapevoli”.

Quattro giorni molto intensi ma…può esporre meglio cosa accadrà in ogni incontro?

“Gli incontri prevedono il confronto tra i partecipanti e i discenti con un obiettivo comune: quello di creare un momento di formazione reciproca attraverso la condivisione delle diverse esperienze cliniche sulla gestione e la terapia del paziente con HCV”.

Parliamo di Epatite C in Sardegna. Quali sono i dati relativi a questa problematica?

“Purtroppo non ci sono dati certi su quale sia la reale prevalenza del problema nella nostra regione. Si stima che siano circa 10000 i pazienti affetti da epatite C (quindi circa l’1,6% della popolazione residente) con oltre 8000 di questi cronicamente infetti. Ad oggi la Sardegna ha trattato più di 5000 pazienti con le nuove terapie antivirali IFN-free (DAA), che hanno permesso di raggiungere la clearance virale e dunque la guarigione in oltre il 95% dei casi trattati”.

Professoressa…cosa resta da fare riguardo l’Epatite C?

“Le terapie con farmaci ad azione diretta anti-HCV eliminano completamente il virus dell’epatite C in oltre il 96% dei pazienti trattati. “L’Italia ha raggiunto il primo target dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) dell’eliminazione dell’HCV quello della riduzione al 65% delle morti collegate all’epatite C”. Il registro delle terapie AIFA, aggiornato al mese di giugno, colloca l’Italia, con più di 184.000 trattamenti effettuati, tra i Paesi più virtuosi in Europa per il numero di persone curate.

E poi esiste un sommerso…tutto da scoprire e da calcolare….

“In effetti il sommerso è molto difficile da individuare e mancano studi ben strutturati per capire quanti siano gli inconsapevoli che potrebbero andare incontro a cirrosi o al cancro del fegato. L’obiettivo è l’identificazione delle persone a rischio, e la Sardegna si impegna in questo obiettivo. Nei giorni scorsi è stato siglato il protocollo d’intesa per l’avvio delle attività di eradicazione delle infezioni da epatite C (HCV) attraverso un progetto che prevede la collaborazione tra il Servizio Dipendenze della Assl Sassari e la Struttura Complessa di Malattie Infettive dell’AOU Sassari che lavoreranno insieme, nel corso del prossimo triennio, per ottenere l’obiettivo di riduzione delle nuove infezioni del 90% e quindi della malattia virus correlata”.