A Desulo tra Fotografia e Linguistica

Nel proseguimento del progetto curato da Giovanni Masala Dessì, in collaborazione con il dipartimento di italianistica dell’Università di Stoccarda, Pietro Casula (presidente del movimento per la Sardegna “Sardi nel Mondo”), Casa Montanaru, www.sardinnia.it, gli Istituti di Lingue e Letterature Romanze e la Biblioteca Karl Jaberg dell’Università di Berna, in data 27 Ottobre 2017 Desulo ospiterà l’esposizione delle fotografie che documentano i viaggi compiuti nell’Isola da Max Leopold Wagner, uno tra i più apprezzati filologi del Novecento nonché il maggior esperto di linguistica sarda.

Tra il 1925 e il 1927 Wagner fu in Sardegna per raccogliere informazioni sistematiche sulla lingua sarda e i suoi dialetti, infatti nell’ottobre del 1925 Wagner accettò finalmente l’incarico di eseguire le inchieste dialettale sarde per l’Atlante linguistico ed etnografico dell’Italia e della Svizzera meridionale (AIS), a cura di Karl Jaberg e Jakob Jud.

Oltre a Wagner, a cui fu affidato il compito di eseguire i rilevamenti dialettali in 20 località sarde, gli altri due esploratori coinvolti nell’ambizioso progetto furono il linguista svizzero Paul Scheuermeier, che eseguì i rilevamenti in ben 306 località dell’Italia centro-settentrionale e della Svizzera meridionale, e il filologo tedesco Gerhard Rohlfs, a cui vennero affidate le inchieste in 80 località dell’Italia meridionale.

Il compito dei tre studiosi fu quello di intervistare informatori locali in base ad un questionario di circa 2000 vocaboli elaborato da Karl Jaberg e da Jakob Jud, il cosiddetto questionario normale (Qn).

In Sardegna le inchieste furono effettuate dall’autunno del 1925 all’estate del 1926 a Macomer, Nuoro, Cagliari, Sant’Antioco, Sassari, Ploaghe, Villacidro, Tempio, Bitti, Dorgali, Fonni e Desulo. Dalla primavera del 1927 fino all’estate dello stesso anno ad Escalaplano, Perdasdefogu, Baunei, Santu Lussurgiu, Milis, Mogoro, Busachi e Laconi.

Oltre alla compilazione del questionario normale contenente le risposte degli informatori, gli esploratori dovevano redigere il cosiddetto verbale d’inchiesta, in cui venivano indicati: il nome della località, il punto (corrispondente ad una numerazione interna dell’Atlante), la durata dell’inchiesta, di solito 3-4 giorni, e il numero delle ore lavorate per il completamento della stessa.

Immediatamente dopo seguiva una sommaria descrizione dell’informatore e delle particolarità fonetiche del dialetto sottoposto ad indagine. Wagner, Scheuermeier e Rohlfs avevano anche il compito di scattare fotografie, spesso corredate da disegni esplicativi, di oggetti, attività lavorative e persone con l’abbigliamento tradizionale dell’epoca.

Vi aspettiamo!