La tragica fine di Peppino Impastato racontata dal film “I cento passi” recensito da Vittorio Bruno.

I Cento Passi è un film del 2000 di Marco Tullio Giordana dedicato alla vita di Peppino Impastato. Tra l’anno d’uscita (2000) e il 2001 ha ricevuto un numero molto elevato di premi e riconoscimenti tra cui:

  • Miglior sceneggiatura alla Mostra del Cinema di Venezia del 2000
  • David di Donatello come: Miglior sceneggiatura, Miglio attore protagonista (Luigi Lo Cascio), Miglior attore non protagonista (Tony Sperandeo)
  • Globo d’oro
  • Premio della stampa estera (Marco Tullio Giordana)
  • Attore rivelazione (Luigi Lo Cascio)
  • Golden Globe (miglior film straniero)
  • Nastro d’argento per la miglior sceneggiatura.

 

Peppino, la sua storia

Peppino Impastato

Peppino Impastato

Il titolo, apparentemente insensato prende il nome dal numero di passi che si devono compiere per andare da casa Impastato a casa del boss Gaetano Badalamenti. Il film parla come ho già anticipato della vita di Peppino Impastato, ce lo fa conoscere sin da ragazzino quando vive il suo quotidiano con mafiosi di grosso calibro essendo nipote di un boss. Da adolescente conosce il pittore Stefano Venuti il quale segnerà un importante cambiamento nella sua vita portandolo a lottare in prima linea insieme ai sui compagni ed al suo fratello minore con ogni mezzo contro la mafia fino a venirne ucciso il 9 maggio del 1978. La breve vita di Peppino si svolse tra il gennaio del 1948 ed il 9 maggio 1978 infatti nel film questi passaggi sono evidenziati dalla colonna sonora che li accompagna: si possono dunque ascoltare “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno, “House of the rising sun” dei “The Animals”, “Suzanne” di Leonard Cohen, “A whiter shade of pale” dei “Procol Harum” e “Summertime” di George Gershwin eseguita da Janis Joplin .

I punti di forza del film

Il regista ha la capacità di parlare allo spettatore di un argomento come la lotta alla mafia senza rende il film in alcun modo pesante ma anzi godibile e molto scorrevole nonostante duri quasi due ore. Altro punto di forza lo si deve certamente al fatto che pur essendo stato Peppino schierato politicamente , si fa più leva sul senso civico e di giustizia sociale che lo muoveva piuttosto che sul suo credo politico. Questo però è un film che strizza l’occhio alla generazione del ’68 e ci parla anche di quanto la Sicilia sia cambiata grazie a Peppino il quale ha insegnato a tutti che “il silenzio uccide quanto la mafia”. Concludo dicendo che io vidi questo film per la prima volta sedici anni e mi cambiò parecchio facendomi approfondire l’argomento documentandomi e facendomi mettere alla ricerca di Salvo Vitale (amico di lotta di Peppino) con il quale per qualche tempo ho scambiato delle mail. Sarebbe troppo facile dire che consiglio la visione di questa pellicola a tutti indistintamente, infatti voglio rivolgermi ai ragazzi dai quattordici ai diciotto anni … guardate questo film, lo troverete molto illuminante.