Scopriamo i Vicolo Inferno una band di Imola recensita da Roberto di Marino per la rubrica 8Max, curata da Max Aci, per Radio Sardegna Web!

Come può essere definito questo lavoro? Osservando al meglio possibile gli elementi che compongono le tredici tracce di questo “Stray Ideals“, secondo album della band di Imola Vicolo Inferno, attiva già dall’ormai lontano 2003. La prima cosa che (positivamente) colpisce di questo gruppo e il loro apparire davvero poco italiani nel loro modo di porsi all’ascoltatore. Non fosse per il loro nome, e per il luogo da dove provengono, l’impressione sarebbe stata quella di trovarsi di fronte a un più che valido gruppo americano, il cui stile si orienta su una base post-grunge dalle forti coloriture hard’n’heavy, magnifica sintesi tra melodie proprie di un rock più orecchiabile e, per così dire “Mainstream“, e lo spirito più crudo e verace dell’Underground, eterno humus da cui sono scaturiti tutti i grandi gruppi di tutte le grandi rivoluzioni musicali degli ultimi quarantasei anni di storia del genere rock.
Dal primo al l’ultimo pezzo, i nostri impavidi eroi mettono subito in chiaro quali sono i loro propositi: aggredire l’attenzione dell’ascolatore con il loro suono ruvido e possente senza concedere un’attimo di tregua, poiché appare arduo, per chi sia dotato di orecchie per ascoltare e mente per emozionarsi, rimanere indifferenti alla potenza e alla grandiosità che sprigionano dalle note di questo album.

Conosciamo meglio i Vicolo Inferno

Come punti di forza emergono in particolare la voce del cantante Igor, il cui timbro impregnato di disperazione e rabbia scuote fin nel profondo l’animo di chi ascolta, la disinvolta destrezza che il chitarrista Marco mostra nel dar vita a assoli e riffing (soprattutto nelle tracce finali) di chiara matrice metal, nonché le ritmiche sostenute e mai eccessivamente veloci che il batterista Gollo crea a sostegno dell’intero edificio sonoro dell’album. In definitiva, con questo “Stray Ideals“, i Vicolo Inferno si confermano come uno dei più validi e interessanti gruppi dell’odierna scena hard rock italiana, un diamante in parte ancora grezzo ma la cui luce già splende forte e magnifica. Ci si può augurare che tale luce, così come appare adesso, non sia che una minuscola scintilla a confronto di ciò che i nostri produrranno nei tempi a venire.

 

Per le altre recensioni della rubrica 8Max visitate la pagina dedicata sul sito di Radio Sardegna Web, clicca qui