Max Weber – Sociologo

Nel suo testo di sociologia „ Economia e società“(„Wirtschaft und Gesellschaft“), Max Weber elenca tre tipologie di regole. La prima si basa sul diritto , la seconda sulla tradizione e la terza sul carisma. Con l’insegnamento di Weber ogni forma di governo – nell’arco di decenni – si potrebbe analizzare con accuratezza.

Ora, tuttavia, con una rivoluzione digitale   alle spalle, la trilogia Weberiana dovrà essere integrata da un’altra tipologia: la regola del „ Leone della tastiera“ . Consiglierei, innanzi tutto, rimuovere il concetto „social network“. È chiaro il fatto che Facebook, Twitter e Instagram collegano tecnicamente persone tra loro, ma non vedo nulla di sociale in questo.E continuare a chiamarlo cosi non solo è sbagliato, ma anche eufemistico.

Più neutrale e calzantesarebbe il termine „reti digitali“, ma tant’è. Milioni e milioni di italiani usano i servizi digitali disponibili in Internet. Li vedono e postano foto, video di come si divertono loro e i loro conoscenti, amici, familiari. Vi leggono „notizie“, se cosi si possono definire. Guardano video di ogni tipo: dilettevoli,  osè, hard, video di vacanze. Oppure anche video „ carini“ di gatti che si abbracciano come essere umani, video di micini che  fanno musica pestando con le loro zampine la tastiera di un pianoforte. In rete è semplicissimo comprare una montagna di      oggetti dall’America – o da chi sa dove – di cui non si ha assolutamente bisogno, ma magari qualcuno ha postato un           video di quel prodotto.  Accattivante. Interessante.

E qui e là, lasciano un commento, o un „mi piace“. 

Semplicemente un profano passatempo, si potrebbe pensare. Purtroppo non è così. Le reti digitali o meglio. il connubio tra  ignoranza indotta, analfabetismo funzionale e la capacità manipolante delle reti digitali senza contraddittorio nelle mani  sbagliate, sono una vera minaccia per la democrazia . Hanno iniziato una pericolosa svolta e gradualmente, a poco a poco  viene sostituito il collaudato stato di diritto. E viene sostituito da un sistema che non si basa sulla forza delle idee, ma sul loro  volume( nel senso di grida/urla di più).

Jaron Lanier – Informatico

Le reti digitali sono gratuite, i loro utenti – fortunatamente per la pluralità – non  devono pagare contributi mensili. Ma poiché i fornitori non sono istituzioni caritatevoli, gli utilizzatori diventano ,per i giganti di Internet, moneta sonante: vogliono guadagnare denaro, molto denaro e quindi non solo si occupano in modo   massiccio di dati ma li usano e abusano vigorosamente con la pubblicità. Affinchè dati e pubblicità si trasformino, si  convertano in più denaro possibile , gli utenti devono trascorrere più tempo possibile in rete. E loro ci passano molto tempo,  soprattutto quando in rete vi succede molto. Gli algoritmi, le formule di calcolo cioè, sono quindi appositamente programmate per mantenerli in rete e se la vita quotidiana non offre interessanti news, ci pensano gli stessi algoritmi ad  inventare, ingigantire,, canalizzare l’attenzione.

Le reti digitali richiedono un’attenzione permanente. Attenzione, che  d’altra parte, è attirata dall’estremo, dall’esagerazione , dal populista. Nel suo nuovo libro molto chiaro, „ Dieci motivi per cui  devi eliminare immediatamente i tuoi social media account“, l’informatico Lanier scrive: I più grandi stronzi attirano  l’attenzione su se stessi. Ecco perché gli algoritmi li preferiscono. Colui che diffonde le più grandi strozzate, sciocchezze è il  re delle reti che riceve „mi piace“ en mass, retweet, commenti e viene condiviso.

Stronzate! Ecco, finalmente, uno lo dice!

È cosi che il re finisce nelle timeline e Feeds, dove l’utente si fa strada fino ad arrivare in cima, al posto più alto. Il re dà il   tono, bellezze! Questo è stato a lungo un problema per una fascia di consumatori che – in modo fuorviante – è stato chiamato   „ la comunità della rete“. Ciò che è accaduto su internet o sui social network, è stato considerato surreale. Questo  si può capire quando si è parlato di un mondo virtuale. Ma Internet fa parte della realtà, le persone che vi agiscono e che  sputano odio sono vive e vegete ( con qualche eccezione) e hanno diritto di voto.

E giacché Internet i suoi elettrizzati aficionados sono presenti e attivi da qualche anno, il principio „ i più grandi stronzi attirano maggiormente l’attenzione su se  stessi“, è arrivato da tempo anche in politica. A partire – cosi dicono i critici di Matteo Renzi – per esempio dall’ex premier, ex  segretario, ex rottamatore, ex di tutto che ha e continua a eccitare il mondo con furibondi/infuriati/incazzati tweets. Gran  parte del successo della Lega e dei 5 stelle ha origine nelle reti digitali. Alcuni politici di questo o di quell’altro partito    populista di destra o di sinistra, diffondono odio e menzogne a più non posso, ottenendo eccellenti risultati. Per questo usano – questo non è una novità , ma è molto efficace – tabu, i cui contenuti non è carino ripetere qui.

Come il successo  digitale si traduca in consenso, in voti elettorali, ha impressionato anche alcuni politici moderati che, purtroppo si lasciano  andare su twitter con frasi che poi a sentirle sui giornale radio di primo mattino o sul telegiornale di mamma Rai TV  risulterebbero piuttosto imbarazzanti. Esistono, lo trovi in tutti i partiti, si esprimono sui rifugiati, sui crimini, sui soliti temi  dei giorni nostri. Danno la carica, vanno fuori giri, esagerano spudoratamente , solo per attirare l’attenzione, bramosi di  consenso. Il discorso, il dibattito al di fuori di Internet è ,ora, caratterizzato dagli stessi meccanismi . E questo è doloroso.  Non solo perché i sensati argomenti di persone serene e obiettive non li vuole sentire più nessuno, ma perché la nostra  attenzione viene sostituita, sdoganata, spostata. Dove ci porta questo modus lo vediamo /lo dimostra il continuo crescendo  di simpatia per la Lega e per i Pentastellati. Gli elettori non sono certo stupidi, ma pensano, condividono che questo tono  folle sia normalità. Si mette in dubbio, in discussione l’età del buonsenso. Il domino, l’era dei „ Leoni della tastiera“ si sta già  realizzando in   alcune parti del territorio e nessuno – pare – gli si pone contro.

Neuss 06.10.2018

Pietro Casula

Presidente del Movimento per la Sardegna “Sardi nel Mondo”