L’Ogliastra scende in piazza compatta contro i tagli regionali.

L’approvazione in via definitiva della riforma della rete ospedaliera varata dalla Regione Sardegna ha causato non pochi malumori, specialmente nelle parte centrale dell’isola, che vede la ormai ex provincia dell’Ogliastra maggiormente penalizzata dai tagli che dovrebbero arrivare a seguito della esecuzione della riforma appena approvata. Una protesta che ha preso il via con  il sindaco di Lanusei Davide Ferreli quando ha iniziato e portato avanti per una settimana insieme al suo vice Salvatore Acampora, uno sciopero della fame per ottenere l’attenzione degli organi regionali verso una situazione che rischia di isolare ulteriormente i paesi ogliastrini.

Il rischio è di declassazione dell’ospedale Santa Maria Mercede da struttura di primo livello a quella base  quindi con un numero di specialità limitate che costringerebbero gli abitanti della zona a rivolgersi a strutture molto più distanti dalla loro zona di residenza.

Non solo l’ospedale ma anche il tribunale di Lanusei rischia la chiusura, nei mesi passati infatti si è di nuovo manifestato il fantasma dei tagli che il ministero della giustizia intende fare in tutto il territorio italiano, accorpando Corti d’Appello e dei tribunali ordinari. Dopo la manifestazione Lunedì 22 febbraio che ha visto 23 paesi scendere in piazza per manifestare di lutto vestiti, Sabato 5 Marzo l’Ogliastra ha di nuovo fatto sentire la sua voce con una catena di persone che ha circondato l’Ospedale Nostra Signora della Mercede a Lanusei, con in testa gli amministratori, comitati spontanei, cittadini e medici che stanno portando avanti una serie di proteste contro questi tagli, cronaca di una Sardegna che non ha intenzione di arrendersi.

Tagli che ormai da diverso tempo si stanno subendo in troppo settori, scuole, uffici postali che chiudono nei piccoli centri, facendo aumentare il rischio di spopolamento per i paesi dell’interno. Modifiche che non atte a migliorare l’offerta dei servizi ma che al contrario, generano disagi per i cittadini e alla fine sono utili semplicemente per far quadrare il bilancio e come spesso accade i servizi a risentirne sono quelli più importanti, dalla scuola alla sanità, mentre gli sprechi sono altrove ma quelli non sembrano facilmente arginabili.

Il sindaco di Lanusei con lo sciopero della fame portato avanti per una settimana ha dato il segnale che il grido di rabbia degli ogliastrini non può essere ignorato e che le istituzioni hanno il dovere di ascoltare e di conseguenza garantire ad ognuno di loro di poter accedere ai servizi di cui necessitano senza dover fare chilometri di strada per arrivarci. E i cittadini non sono rimasti fermi a guardare, sono tante infatti le iniziative spontanee organizzate, come quella portata avanti dalla Pagina Facebook Un fiocco Arancio per l’Ogliastra.