Antonio Corona: “Non cambierei mai il mio lavoro”

“Pazienza, dedizione, precisione. Se non le hai meglio non fare il tappezziere”.


Antonio Corona, artigiano, fa il tappezziere con grande entusiasmo ed amore. Riesce a resuscitare brutti divani o poltrone facendoli diventare un arredamento prezioso ed elegante. E anche un simpatico confessore. Tutti vanno nella sua bottega artigiana in via Machivelli a Cagliari per fare quattro chiacchere: politica, calcio, società…..basta che si chiaccheri! Ed il lavoro non manca. Radio Sardegna Web lo ha incontrato…


Da quanti anni fai il tappezziere e quanto è cambiato il mestiere?

“La tappezzeria Corona nasce a Cagliari con sede in via Machiavelli nel lontano 1957 da mio padre che si chiamava Pino. Essendo figlio maggiore, come si usava in quei tempi, era necessario aiutare la famiglia e così all’età di sette anni ho iniziato a frequentare il laboratorio ma la vera passione per questo lavoro è arrivata decisamente più tardi. Avevo sedici anni. Dopo il diploma ed il servizio militare ho sempre dato il mio contributo in laboratorio acquisendo passione, esperienza e tutti quei trucchetti del mestiere che mio padre mi ha passato. Nel 1992 è arrivato, poi, il grande giorno: ho rilevato la tappezzeria. Mio padre mi ha consegnato “il suo tesoro”. Sono stato davvero fortunato ad avere un gran maestro di lavoro e di vita come mio padre. Con tanta pazienza, dedizione e anche rimproveri mi ha permesso di essere un uomo prima di tutto e poi un professionista. Ed infatti, dopo sessantuno anni, la tappezzeria Corona è ancora qui a “sfornare” divani. Il mestiere non è cambiato tanto, forse è cambiato nei materiali che utilizziamo, in alcuni attrezzi, ma alla fine è cambiata la mentalità delle persone. Prima il divano lo si recuperava e lo si faceva diventare un “nuovo divano”, adesso, invece, si butta via tutto per comprarne uno nuovo…..e magari di scarsa qualità. Mentre quello che hai buttato era fatto con buoni materiali”.

Secondo te tappezzieri si nasce o si diventa?

“Tappezzieri si diventa. Con il tempo e con fatica. Ma ci vuole anche molta passione e dedizione per il mestiere. Fare il tappezziere è anche un lavoro di precisione. Che acquisisci con il tempo. Ci vuole pazienza e dedizione. Pazienza, dedizione e precisione sono cose che hai o non hai. Se non le hai….meglio se lasci perdere. Non fare il tappezziere”.

I materiali che si usavano 30 anni fa sono più o meno gli stessi o sono cambiati totalmente?

“Diciamo che sono più o meno gli stessi. Qualche nuovo tessuto c’è ma alla fine usiamo sempre gli stessi”.

I divani di oggi sono meglio o peggio rispetto a quelli che si facevano un tempo?

“I divani di un tempo erano fatti meglio, con legni buoni ed una tecnica costruttiva studiata apposta per far durare nel tempo il divano. Soprattutto se si danneggiava potevi recuperarlo. Adesso, invece, sono tutti costruiti per essere buttati. Nel senso che sono fatti con materiali facilmente deperibili e costruiti in modo tale che se si rompe…..non lo puoi recuperare in alcun modo. E quindi sei costretto a comprarne uno nuovo”.

Siamo invasi dalle pubblicità di divani a prezzi bassi, cosa ci dobbiamo aspettare da un imbottito low cost?

“I grandi produttori ci hanno massacrato con la pubblicità di vendita dei divani. Ma la verità è che la convenienza sta nel costo ma non nella parte più importante: la qualità. Infatti sono divani che hanno una breve durata. Fatti proprio male. Fortunatamente la gente ha capito che quando il prodotto costa poco la qualità è scadente”.

Se potessi tornare indietro rifaresti la stessa scelta cioè fare il tappezziere?

“Se dovessi tornare indietro nel tempo sicuramente rifarei la scelta che ho fatto, perché per me il lavoro di tappezziere è bellissimo e non lo cambierei mai. Ho la possibilità di conoscere tante persone e di fare ciò che mi piace con passione. Direi che non posso pretendere di più”.

La tua attività esiste dagli anni 50. E’ passata da padre in figlio. Una realtà artigiana, insieme a tante altre, che comunque il Comune di Cagliari non sembra valorizzare, coinvolgere o raccontare più di tanto. Cosa dovrebbe fare Cagliari per valorizzare i suoi artigiani? Che tipo di iniziative?

“A parer mio il Comune di Cagliari dovrebbe organizzare delle manifestazioni che riportino il cittadino a contatto con le vecchie arti facendo così tornare i cagliaritani a ripopolare le vie della città. Questo per dare nuova vita alle attività commerciali che, a causa della concorrenza della grande distribuzione e della crisi economica,  stanno sparendo”.

Come vedi il tuo futuro da tappezziere?

“La mia attività è ormai avviata. Fra qualche anno si concluderà. Spero che la figura del tappezziere non sparisca. Ci vorrebbe un ricambio generazionale ed i giovani dovrebbero appassionarsi a questo mestiere, a queste professioni artigiane. Per troppo tempo Comune e Regione si sono dimenticati di noi artigiani e adesso se ne sente la mancanza perché “siamo in via di estinzione”.

Grazie Antonio ed in bocca al lupo!

“Grazie a voi. Un saluto da Antonio Corona ai vostri ascoltatori-lettori”.