Un brutto colpo per la continuità territoriale Sarda.

Da quando Ryanair, la compagnia aerea irlandese ha annunciato di voler abbandonare lo scalo di Alghero e ridurre le tratte in quello di Cagliari a partire dal 31 ottobre prossimo, si sono levati sugli scudi le categorie maggiormente colpite dalle ripercussioni che una scelta di questo tipo può portare in una regione insulare come la Sardegna.

Il motivo che ha portato la società aerea a scegliere di tagliare gli scali è  legata a una decisione del governo Letta e poi confermata da quello Renzi che porterà a un aumento delle tasse aereoportuali e quindi di conseguenza sono a rischio gli scali “minori”.

Il responsabile della comunicazione e del marketing di Ryanair, John Alborante, ha dichiarato che l’azienda è disponibile a rivedere la sua decisione, ovviamente se non ci sarà l’aumento delle tasse, affermando che le compagnie low-cost a differenza di quelle tradizionali non fanno gravare sui passeggeri queste spese, offrendo delle offerte veramente vantaggiose per tutte le tasche.

Questa affermazione è vera sino a un certo punto, chi è solito viaggiare con le compagnie low-cost sa benissimo che dietro un prezzo basso si cela spesso anche una minore offerta di servizi e agevolazioni in caso di ritardi o annullamento del volo. Per non parlare poi della difficoltà di accedere ai servizi attraverso il servizio call center dove una telefonata ti viene a costare quanto o più di un biglietto aereo. Ma non è questo il punto, infatti dobbiamo chiederci se è davvero il caso di restare ostaggi di un solo vettore che per quanto abbia sicuramente portato dei vantaggi per tutti, sia per l’indotto turistico e commerciale, sia per la possibilità che i sardi hanno avuto fino ad ora di spostarsi a prezzi convenienti, non può restare la sola alternativa.

In queste settimane sono state tante le voci di protesta che si sono alzate, in primis quelle dei lavoratori e degli algheresi che il 6 febbraio sono scesi in piazza aderendo alla manifestazione “Stop si vola”. E dal nord Sardegna è partito il movimento che ha poi permesso di far partire una raccolta fondi per trattenere Ryanair nello scalo algherese a cui anche la Regione secondo le ultime dichiarazioni del Presidente Pigliauru potrebbe partecipare creando una start up con l’obiettivo ci promuovere il turismo in Sardegna.

Come spesso accade in queste situazioni le opposizioni hanno colto la palla al balzo per criticare l’operato del governo regionale e in particolar modo dell’assessore ai trasporti Massimo Deiana.

La speranza è che Ryanair riveda la sua decisione e che prosegua questo clima di collaborazione tra le parti e che il governo regionale inizi a pensare seriamente a un vero e proprio piano per i trasporti che eviti il ripresentarsi di queste situazioni.