Salvatore Amara: il CD si intitola “Black as coal”

Nuovo CD per il musista sardo, con tante note rock senza rinunciare alla musica neroamericana


La Easy Blues Band di Cagliari è nata su iniziativa di Salvatore Amara nel 1993, dopo aver trascorso i primi anni del ’90 a Londra, suonando la chitarra e l’armonica con varie blues bands locali. Propone un repertorio di brani originali e cover blues, delta blues, country blues, chicago blues, texas shuffle, boogie, funk, rock, rock’n’roll, soul, spiritual & gospel, country & western, southern rock, traditionals & ballads. Siamo riusciti a intervistare Salvatore Amara, il leader della band (www.salvatoreamara.altervista.org)


Ci si accorge subito, ascoltandolo, che il tuo nuovo disco “Black as coal” non è come tutti gli altri che hai inciso precedentemente. Si, il blues c’è, ma il rock è molto vivo in questo tuo lavoro. Come mai questo cambio di rotta?

“Cio’ e’ dovuto a due motivi: il primo motivo e’ rappresentato dalla necessita’ che avverto prima di preparare ogni album, ossia quella di cercare sempre nuovi stimoli e trovare nuove ispirazioni nel comporre musica e testi utilizzando ritmi e generi musicali differenti (sebbene sempre con forti venature blues). Il secondo motivo e’ dato dall’opportunita’ di creare un prodotto artistico in cui possa rispecchiarsi anche colui che collabora con me alla produzione, in questo caso marco pinna, “the doctor”, in modo tale da generare una forte affezione all’album nascente”.

Le storie caratterizzano il tuo disco. Tutto ruota intorno alle miniere ed al mondo che lo circonda. Ci puoi raccontare, in breve, alcune storie che tu hai trasformato in musica?

“Per quanto riguarda il tema delle miniere in Sardegna, piu’ che trasformare delle storie in musica, mi sono basato su un  poemetto dei primi del 900, e precisamente “su gridu de su minadore”, del poeta sardo Sebastiano Moretti Pittanu, per trarre spunti e ispirazione. Cosi’ utilizzando i suoi richiami alla necessita’ di unirsi sotto un’unica bandiera, all’ideale di lotta per la conquista della dignita’ e della liberta’, per combattere l’indigenza, la miseria e il dispregio in cui vivevano i minatori sardi, ho composto 4 dei 10 brani dell’album”.

Un album che segna anche un importante collaborazione tra la tua band e l’associazione culturale The Flame. Puoi dirci qualcosa in merito?

“Questa e’ la grande novita’ di quest’album. Da qualche anno a questa parte ho iniziato a cercare partner con cui condividere la produzione discografica, anche considerato che pubblicare album con questa frequenza non e’ proprio semplice, anche sotto il profilo economico. Mi sono quindi attivato per sollecitare imprese, professionisti, lavoratori autonomi e associazioni a condividere progetti di produzione musicale, magari dirottando in campo artistico investimenti e risorse destinate ad altro tipo di pubblicita’. E cosi’ ho trovato Marco Pinna – che fa appunto parte dell’Associazione Culturale “The flame” – un valido e motivato compagno di viaggio”.

Ok. Sei uscito con questo tuo nuovo disco ed a questo punto ti chiedo: quali sono le tue aspettative?

“Riguardo a quest’album, trattandosi di un lavoro che riflette tematiche molto piu’ vicine alla nostra tradizione isolana, confido nell’attenzione da parte di comuni, pro loco e associazioni culturali nostrane al fine di promuovere una serie di concerti, anche abbinati a conferenze e dibattiti sul tema delle  miniere in Sardegna, in giro per la nostra isola. Riguardo invece alle mie aspettative generali, come musicista spero che la nostra musica venga ascoltata, apprezzata o costruttivamente criticata, e come autore di essere continuamente motivato a scrivere sempre nuova musica”.

Doveroso farlo. Ci ricordi i nomi dei musicisti che hanno collaborato alla realizzazione di questo nuovo disco?

“E’ un piacere. In ordine di ingresso nella Easy Blues Band: Mauro Amara (tastiere e chitarra fingerpicking country style in “Swing low, sweet chariot”), Roberto Loi (basso), Paolo Demontis (armonica), Fabio Cuccu (batteria) e poi la partecipazione straordinaria di Valentina Frau (cori) e Claudio Pinna (chitarra resofonica in “So far away from home “). Roberto Loi e’ stato, altresi’, fondamentale pure come fonico, dato che e’ stato lui a realizzare le registrazioni, che sono state effettuate presso il Green Studio di Ignazio Marcia, l’ingegnere del suono con il quale collaboro dal 2011 e che ha confezionato pure quest’ultimo album”.

Nel giro di due anni hai fatto uscire tre dischi, un libro e poi tanti concerti in giro per la Provincia di Cagliari e non solo. Da dove nasce tutta questa creatività?

“Dal profondo e viscerale amore per la musica e dalla consapevolezza di poter contare su un gruppo di musicisti solido e affidabile, capace di tradurre in musica tutti i miei pensieri”.

Prossimi obiettivi per Salvatore Amara e la sua band?

“Sempre i soliti: produrre nuovi album e farli ascoltare dal vivo”.