Giancarlo Salafia patron dell’Indie Concept intervistato da Max Aci nella rubrica 8Max per Radio Sardegna Web.

In questa povertà musicale dove predominano solo talent e spettacolo e il musicista si è ridotto a comparire in televisione dove sembra elemosinare visibilità e giudizi oggettivi da presunti giudici e giurie, in Italia per fortuna, si cerca ancora di dare visibilità a band ed artisti emergenti che non sono catalogabili e “tv friendly”. Io sono assolutamente contrario alla spettacolarizzazione e alla mercificazione musicale in televisione ma questo ormai chi segue quello che facciamo Su Radio Sardegna Web e nella rubrica 8Max lo sa.

Underground e “di nicchia” sono parole che per me non dovrebbero esistere, perchè decidere cosa è di nicchia o meno non può che essere solo una paraculata soggettiva.

In Italia fortunatamente è pieno di rassegne e contest musicali per band emergenti, anche se, i maggiori media non se li filano di striscio e sembra che in Italia ci sia solo “sole cuore amore”.

Io sono fieramente Siciliano (anzi Catanese) e la mia terra e precisamente la mia città, Catania, da anni ospita un contest per band musicali emergenti da tutta la Sicilia. La parola contest può risultare fastidiosa a molti; non si dovrebbe gareggiare ma fraternizzare tra artisti, ma siccome non viviamo nel mondo di Oz, un po’ di sana competizione musicale fatta bene, non può che incoraggiare la scena.

Giancarlo Salafia è l’ideatore dell‘Indie Concept e subito dopo il video dei vincitori del contest, troverete una interessante intervista.

 

Prima di raccontarci dell’Indie concept, parlaci un po’ di te. Chi è Giancarlo Salafia?

Prima di tutto ti ringrazio per le belle parole e per l’opportunità che mi offri visto che, come hai già sottolineato, i contest/festival o comunque iniziative ed eventi che vedono protagonisti artisti e band che propongono la loro musica e non le cover, vengono spesso ghettizzati, schivati, messi da parte insomma, specie da chi invece dovrebbe fare informazione in questo settore, scegliendo di contro, format certamente più appetibili e più spendibili in termini di ritorno ma soprattutto di visibilità. Io sono semplicemente un ragazzo (passami il termine) che ama la musica e tutto l’universo che le ruota intorno. Per questo motivo da 20anni a questa parte mi diletto, ma soprattutto mi diverto, a lavorare nel mondo musicale, ad organizzare concerti, specie per le band emergenti, nostrane, meno note e lontane dal mainstream, mi diverto a mettere mano alla consolle come dj indierock e, infine, mi diverto ancora ad imbracciare la mia chitarra e a sputare fuori tutto ciò che sento dentro attraverso suoni e “rumori”, una parola, quest’ultima, che per me è diventata un marchio. Rumori, infatti, è il nome del progetto globale che porto avanti dall’estate del 2000 insieme ad Antonio Vetrano, con il quale abbiamo dato vita a tantissime iniziative. Il web magazine rumori.net, il rock dancefloor nelle principali location della città (Taxi Driver, Clone Zone, Zo, Mercati Generali, Ma) e numerosi eventi live tra i quali l’INDIE CONCEPT, nato nel 2004.

 

Giancarlo Salafia

Giancarlo Salafia – Organizzatore dell’Indie Constest

Come è venuta l’idea dell’Indie Concept e qual è la sua storia?

E’ stato un semplice passaggio. Come detto nelle nostre serate è sempre stato presente un gruppo dal vivo, ne sentivamo l’esigenza. Era come dire alla gente che veniva a ballare la nostra musica, ascoltate questa band. Guardate come sono bravi. Sentite cosa fanno. Era una cosa spontanea. La musica live e il djset sotto lo stesso segno musicale. Col tempo le richieste dei gruppi che volevano suonare per RUMORI erano sempre maggiori e così un giorno ci siamo detti: perché non fare un festival? E così è stato. Un festival a tutti gli effetti ma riservato alle band emergenti, a chi voleva mettersi in mostra e non aveva mai avuto la possibilità di farlo. Noi gli abbiamo dato tutto il necessario. Un palco, un service, una promozione, un pubblico e anche una giuria per creare uno stimolo in più. In realtà l’idea del contest fu un escamotage per creare interesse al festival da parte di un pubblico più numeroso ma soprattutto da parte dei media. Per me invece l’idea era quella di proporre più band possibili e creare un connubio, una fratellanza, una comunione… in poche parole, una scena. E fu un successo e da allora non ci siamo più fermati. Nelle successive edizioni siamo arrivati a ricevere fino a 100 richieste da tutta Italia, ma il nostro budget a disposizione non ci ha mai consentito di ospitare band oltre lo stretto. E’ questo un rammarico che mi porto sempre dietro, ma d’altra parte l’INDIE CONCEPT è un’iniziativa privata, appoggiata da una location e da alcuni partner al nostro fianco ormai da tempo, e non abbiamo mai avuto finanziamenti o sovvenzioni da enti o amministrazioni locali, pertanto si sorregge con le proprie forze. Fa piacere comunque avere la stima di tanti addetti ai lavori e delle oltre 200 band che negli anni si sono avvicendate sul nostro palco, oltre a numerosi ospiti. Fondamentale ovviamente è stato il supporto dei partner, come DCave Records che ogni anno mette in palio come premio la produzione di un EP e, da quest’anno, Urban Media Agency e l’Eretico Booking, oltre a tanti media partner tra cui anche voi.

Cosa ne pensi del panorama musicale Siciliano?

Se parliamo del sottobosco musicale, posso dire che l’Indie Concept è stato sempre il termometro che misura la situazione del momento. Questo mi porta a dire che in Sicilia c’è sempre stata una ottima qualità nelle band emergenti, considerando anche le difficoltà, specie oggi, nel portare avanti un progetto musicale che non è detto che possa sbocciare. Bisogna crederci e avere tanta tenacia. Catania ha vissuto un periodo d’oro che sembra un po’ affievolirsi, ma ritengo che ci sono sempre tante valide realtà. La novità sta nel resto dell’isola, dove si è mostrato ultimamente una crescita esponenziale di progetti molto interessanti. Molti di questi alla fine sono davvero sbocciati. Palermo e Siracusa su tutti. Se saliamo un gradino sopra, direi che ci sono parecchi artisti siciliani che oggi si fanno apprezzare in tutta Italia. Basti pensare a Cesare Basile, Colapesce, Simona Norato, Pan del Diavolo, Di Martino e tantissimi altri nomi che fanno onore all’isola. Poi ci sono i big, ma quella e tutt’altra storia.

Cosa ne pensi del panorama musicale Italiano?

Anche qui bisogna distinguere i vari circuiti. In generale penso che, come in Sicilia, su tutto il territorio nazionale ci sono progetti validissimi ma spesso rimangono sconosciuti. Un popolo, il nostro, troppo distratto e facilmente direzionabile verso situazioni più easy, e il continuo martellamento mediatico di troppa spazzatura, sono le cause principali che portano al non emergere di una certa fascia musicale. Tanto tempo fa, troppo tempo fa, ricordo DOC, un programma televisivo trasmesso su rai 2 in fascia oraria pomeridiana di punta, oggi monopolizzata da tante oscenità. Quel programma spacciava musica a 360 gradi, per tutti i gusti, di tutte le fasce, di tutti i circuiti, grazie alla genialità di Renzo Arbore, un pioniere del settore. Ecco, mi piacerebbe che anche oggi ci fosse almeno uno solo di questi contenitori in TV, in orari accettabili, per far conoscere meglio le mille sfaccettature di un mondo ultra variegato come quello della musica. Utopia… lo so. Dei talent preferisco non parlare. Per il resto la musica italiana di prima fascia la ritengo di bassissima lega, ma questa è una mia opinione personale. Mi fa invece molto piacere notare una nuova forte corrente che si accosta a quella che è in realtà l’origine della nostra storia musicale, ovvero il cantautorato. Brunori, Benvegnù, Cristina Donà, sono dei portabandiera in questo senso. A mio avviso degli ottimi riferimenti.

Giancarlo Salafia

Rubber Eggs – I vincitori del contest

Da persona addetta ai lavori, cosa ne pensi di questa povertà legislativa legata al mondo della musica? ti senti tutelato o supportato dalle attuali leggi o iniziative ministeriali, sempre se ve ne sono?

La legislazione in ambito musicale in Italia è un tasto dolentissimo, non vorrei esagerare ma, per un buon 80% degli addetti ai lavori. Il monopolio della SIAE, una vera e propria associazione a delinquere di stampo “familiare”, nel senso che son tutti amici e parenti, è una vergogna che non ha uguali su tutto il pianeta. E non mi riferisco alla tutela del diritto d’autore, perché quella la ritengo sacrosanta, anche se gestita da una sola corporazione è sbagliato. Quello che mi fa impazzire è che la SIAE mette mani e piedi su tutto il mondo del fare spettacolo. Per intenderci meglio, trovo assolutamente assurdo che un piccolo club debba pagare ingenti somme, con criteri senza senso, perché vuole fare spettacolo, intrattenimento, cultura, con una politica di basso profilo. Una piccola band, una piccola compagnia teatrale, uno spettacolino per bambini o ancora peggio qualcosa in beneficienza. A che titolo io proprietario di un locale devo pagare la SIAE se ingaggio un artista che non ne fa parte e che quindi non ha tutele sulle proprie opere? Perché è uno spettacolo? Perché c’è un pubblico? Perché c’è un botteghino? Io penso che gli italiani paghino già troppe tasse. Questa della SIAE lo definirei un vero e proprio pizzo, autorizzato peraltro dallo Stato.

La spettacolarizzazione della musica in televisione ha portato a tuo avviso una leggera aridità artistica?

Non credo. Chi fa buona musica non si lascia abbindolare da certe cafonate. Tira dritto per la sua strada. Però è indubbio che questa spettacolarizzazione crea una ghettizzazione sempre maggiore nei confronti degli artisti chiamiamoli “normali”. Rimango invece del parere che ci sono tanti artisti/band che non vogliono esporsi più di tanto. Come dicevo, conosco tante band interessanti a Catania e dintorni ma suonano veramente poco. E’ vero che le giuste location scarseggiano, ma allo stesso tempo è anche vero che spesso si snobbano certe situazioni preferendo rimanere a suonare in cantina. Senza contare che bisognerebbe osare un po’ di più. Provare a organizzarsi un mini tour. Proporsi insomma, anche perché oggi con il crollo delle vendite dei supporti (CD e vinili, con questi ultimi in forte rivalutazione) è chiaro che l’unico sostentamento economico può scaturire solo dai live che contemporaneamente fungono anche da promozione sul territorio.

Giancarlo Salafia

Bye Bye Japan – Premio D Cave Records

Se tu potessi fare qualcosa in merito di emanazioni legislative atte a migliorare o a cambiare il sistema artistico e quindi musicale italiano, cosa introdurresti o cambieresti?

Sicuramente eliminerei la SIAE da tutto ciò che compete corrispettivi, incassi e spese inerenti ad un evento musicale. Lascerei solo il compito di tutela delle opere e ovviamente liberalizzerei il mercato con altre associazioni. In merito invece agli spettacoli, vorrei che lo Stato, gli enti locali, le amministrazioni invogliassero gli organizzatori di eventi e manifestazioni. Con agevolazioni, tasse ridotte per chi propone arte, cultura e spettacolo. Per chi valorizza gli artisti locali, un po’ come i prodotti agroalimentari nostrani. E poi dei fondi, dei finanziamenti, la possibilità di avere dei soldi, delle agevolazioni alle etichette che producono giovani artisti. Un po’ come avviene nel cinema, con ottimi risultati direi, perché ritengo che il cinema indipendente italiano sia di buon livello.

 

Giancarlo Salafia

DIANA – Premio della Critica

Ultima domanda, seguita a un grande ringraziamento a questa vetrina per artisti che ormai è appuntamento fisso in Sicilia chiamata Indie Concept. Progetti futuri e sogni nel cassetto?

Un mio sogno nel cassetto è sempre stato quello di fare un grande festival, ma adesso esiste questa realtà fantastica che è Zanne e quindi me lo godo con molto piacere da spettatore, anche perché una cosa del genere richiede un forte investimento economico e una mole di lavoro dietro le quinte davvero impressionante. Un’altra cosa che mi sarebbe tanto piaciuta è avere un’etichetta, d’altra parte logica conseguenza di quello che già faccio con il festival. Ma anche in questo caso, vedi sopra. Quindi diciamo che i cassetti li tengo chiusi. I progetti invece continueranno la loro strada fin quando sarà il caso di mettere un punto. Mi riferisco all’Indie Concept, che spero abbia sempre nuova linfa e crescere ancora di più. Mi riferisco anche al mio ultimo progetto musicale, B-Sequel, con il quale spero di uscire presto con un EP e magari qualche data a supporto. E ovviamente mi riferisco ai miei djset con RUMORI SOUND SYSTEM.

 

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