LA LUCE IN FONDO AL POZZETTO

Breve storia a puntate di una giovane blatta e della sua ricerca della verità

 

Gentile lettore,

finalmente la discussione tra il nostro giovane amico e il vecchio G. sembra essere arrivata alle sue estreme conseguenze. Presto potrà cominciare l’azione!

 

Il disegno della striscia illustrativa è tratto dalla prima illustrazione di Archy and Mehitabel, di Don Marquis, uscita in data 11 Settembre 1922 per il New-York tribune. Il nostro Kopro deve ad Archy, suo illustre predecessore, due cose: l’immagine in questione, e lo stesso rispetto dovuto a chiunque lotti per esprimere se stesso nonostante i propri limiti.
Le illustrazioni all’interno sono opera di Michele Marescutti, che si diverte a immaginare un Kopro ormai maturo alle prese con la vita quotidiana nel mondo ordinario.

4. La luce, la vita e la morte

Il mondo delle blatte nell’era della riproducibilità tecnica

G. si prese un istante per sistemare la mandibola slogata in una posizione dignitosa, poi riprese: «Bene, permettimi un riepilogo: se non ho capito male tutto poggia su due elementi principali: acqua e escrementi. Dalla loro commistione, che avviene secondo proporzioni differenti, avrebbe origine ciò che conosciamo e come lo conosciamo, noi compresi. Giusto?». «Dici bene vecchio!» «Per giustificare le differenze tra i vari aggregati dei due elementi ne hai introdotto un terzo, ovvero la luce. Sbaglio?» «Non la definirei un elemento, piuttosto un’energia formatrice!» «E che differenza c’è tra questa energia formatrice e l’intelligenza superiore che hai cacciato fuori dal discorso ancor prima che ci si affacciasse?» Kopro restò interdetto per un attimo. L’impressione che quel vecchio non fosse così ingenuo come dava a vedere si fece più forte. «Ehm… Una cosa è l’energia, un’altra l’intelligenza superiore…» «Si, questo lo avevo capito, io ti chiedevo cosa distinguesse l’una dall’altra?». Il giovane capì che non poteva cavarsela così a buon mercato, ma non voleva dargliela vinta: «L’energia formatrice agisce perché l’agire fa parte della sua natura! L’intelligenza invece lo farebbe con un fine!». «Posso concordare con questa tua descrizione, ma continua a non essermi chiaro da dove possa derivare questa natura che la spinge all’azione» Sentendosi alle strette Kopro cominciò a perdere la pazienza: «Adesso mi dirai che c’è un’intelligenza superiore!» G. dispensò l’ennesimo sorriso sbilenco: «Non ho mai detto questo ragazzo, a dire il vero non ho assunto alcuna posizione a riguardo. Mi sono limitato ad evidenziare la debolezza della tua, che ha la stessa valenza del “è così perché è così”. Di certo non potrà fondare l’ipotesi dell’esistenza di un’intelligenza superiore, ma neppure negarla!»

Scene di vita quotidiana

Kopro non aveva più appigli: «Va bene! Hai vinto, non ho idea di quale sia la natura della luce! Vuoi dirmelo tu?». «Mi piacerebbe mio giovane amico, ma non lo so neppure io!» «Allora perché affrontare tutto questo discorso?» «Non certo per affermare la mia superiorità, al contrario, per evidenziare i limiti di entrambi!» «E quale sarebbe il tuo?» «Non conoscere la natura della luce, ad esempio! In questo momento, è l’unica cosa che posso affermare con certezza, dal momento che non c’è nessun elemento che possa far si che sia vero il contrario!» La vera natura del vecchio cominciava a venire fuori, e quella modestia, dapprima fastidiosa, a tramutarsi lentamente in fascino. «Abbiamo pur sempre la certezza dell’acqua e degli escrementi!» Affermò il ragazzo convinto che non tutto fosse perduto. «Tu sei mai riuscito ad assistere alla loro combinazione, o alla scissione?» A quella domanda sembrò trovare lo slancio perduto: «No, la combinazione avviene in natura secondo meccaniche che non possiamo vedere ad occhio nudo! Me la scissione è un processo ordinario! Vedi quelle carcasse di insetto accumulate la infondo? Ogni giorno ognuno di noi ne mangia un po’, poi le elimina sotto forma di escrementi e acqua separati, quando l’acqua li abbandona definitivamente, penetrando nel suolo e riunendosi al grande fiume, ciò che rimane è escremento allo stato puro!» «E dove va a finire la luce che era stata infusa nella commistione?» «Questa risposta è semplicissima: quella luce è l’energia che ci mantiene in vita!» «Quindi, oltre che di acqua ed escrementi, siamo fatti anche di luce?» «Non proprioLa luce conserva l’integrità dei nostri legami interiori!» «Quindi, dal momento che espelliamo acqua e escrementi sottraendo al loro legame l’energia formativa, possiamo accumulare grossissime quantità di luce, non è così?» «Esatto! Questo fino alla nostra morte, che sopraggiunge nel momento esatto in cui non possiamo più trattenere la luce accumulata e la rendiamo all’esterno.» Il giovane sorrise con aria trionfante, finalmente sembrava aver piegato quel vecchio. «Davvero affascinante… stando a quanto dici, ognuno al momento del trapasso dovrebbe emettere una discreta quantità di luce, o sbaglio?» «Ti sbagli vecchio! La luce che rendiamo al momento della morte è differente da quella che siamo abituati a vedere, non è visibile ai nostri occhi!» Il vecchio lo guardò con tenerezza: «Non c’è che dire, la tua teoria sembra coerente, ma conserva un difetto di fondo, che potremmo definire letale.». «Quale?» «Si basa su premesse indimostrabili e soggette all’opinione di tutti. Prendi la luce “differente” di cui hai parlato, chiunque potrebbe dirti che si tratta di un’altra forma di energia, o addirittura, dal momento che non è luminosa, del buio stesso! Per non parlare degli escrementi e dell’acqua, sulla base di quali esperienze certe possiamo affermare che hanno dignità di elementi e che non sono composte da particelle più elementari?» Le certezze del giovane cominciarono a crollare come le tessere di un domino. «Ma allora tutto è opinabile! Dove sono i principi fermi e immutabili su cui basare la conoscenza?» «Benvenuto nel vero mondo reale mio giovane amico! Consentimi di portarti a fare un giro per contemplarlo con i tuoi nuovi occhi!»

(Continua…)