La PZF Company di Monserrato torna a casa vittoriosa dai Campionati Italiani di Danza

Un risultato glorioso ottenuto dai 32 ragazzi coordinati da Matteo Atzeni

Ci sono realtà a Monserrato che meritano di essere menzionate. Una di queste è la scuola di danza PZF Company che con la passione per la danza, tanta determinazione e quel buon senso di competizione spiccato hanno ottenuto un risultato formidabile: vinto i campionati italiani di danza a Rimini. Un risultato ottenuto dai 32 ragazzi che sono partiti per la competizione nazionale e che hanno ballato per giorni dalle 8 del mattino fino alle 22. La Scuola ha partecipato con delle crew di diverse fasce d’età, tra cui il gruppo dei più piccoli di 7 anni.

Insomma un lavoro di coordinazione d’equipe perfetto ma anche un lavoro di squadra che ha fruttato 8 medaglie d’oro, 10 d’argento e 6 di bronzo. La scuola è abbastanza giovane ed ha su le spalle 18 anni. Abbiamo intervistato Matteo Atzeni ovvero il coreografo della Scuola di Monserrato.

Intanto Matteo…..facciamo un bilancio di questi campionati italiani di danza per la tua scuola….

“Per la nostra scuola sono stati i Campionati dei record e delle emozioni.  Calato il sipario sugli Undicesimi Campionati Italiani di Danza Sportiva della FIDS, ci siamo resi conto della quantità di medaglie vinte e soprattutto degli obiettivi agonistici e artistici raggiunti. Il medagliere è ricco di podi e finali. Sono felice. Mi hanno reso davvero orgoglioso di loro”.

C’è stato un momento difficile che siete riusciti a risolvere tutti assieme? Oppure è andato tutto liscio?

“Assolutamente tutto liscio. Considero la mia scuola come una famiglia e il principio educativo con il quale la porto avanti da ormai diciotto anni è lo stesso. In questi ultimi anni poi i ragazzi hanno mostrato una forte maturità già dalla più tenera età, sono abituati e cresciuti al dialogo e al confronto attivo. Sono un gruppo che, nonostante la differenza di età, cammina unito verso l’obiettivo”.

Quali sono i valori che insegni nella tua scuola?

“Riassumerei tutto con una parola: il rispetto. Questo è il concetto al quale ruota tutto attorno. Rispetto, dialogo, confronto, benessere, consapevolezza di sé. Dovrebbe essere questa l’inclinazione educativa alla quale oggi si dovrebbe puntare: apprendere dall’esperienza, dalle cadute e rialzarsi sempre più forti e concentrati sull’obiettivo”.

Come vedi il futuro della danza in Sardegna? Te lo chiedo a livello di insegnamento.

“Io faccio parte di un meraviglioso gruppo di “neo-coreografi” che, a mio parere, stanno illuminando lo scenario isolano di qualità e formazione. Credo si stia superando uno stallo durato tanti anni, fatto di contrasti dati dallo scontro fra qualificati e non. L’insegnamento non è un gioco. Molti si affacciano a questa stupenda professione convinti di farne un impero economico. Personalmente ciò che conta sono i principi con i quali educo i ragazzi dalla più tenera età e mi rende fiero perché credo sia speciale condurli alla società canalizzandoli dall’arte, portandoli in un mondo vero, fatto di empatia, di rispetto e di vita, offrendo loro la possibilità di essere e divenire, di distinguersi con valore. Citando Malcom X: ”L’educazione è il nostro passaporto per il futuro, poiché il domani appartiene a coloro che oggi si preparano ad affrontarlo.”

Progetti futuri per la PZF Company?

“Certamente nella prossima stagione andremo in scena con due nuove produzioni: il remake del celebre musical “Il mago di Oz” in chiave moderna e un nuovo spettacolo che coinvolgerà tutta la scuola e la compagnia ma del quale ancora non posso anticipare nulla. Siamo ancora freschi dallo spettacolo andato in scena il 1 Luglio 2018 all’Auditorio del Conservatorio di Cagliari, “D.N.A.”, del quale ho curato la regia e la direzione artistica. Un vero successo per la nostra scuola. Ne vado fiero, soprattutto quando si portano in luce emozioni nascoste e ricerca di comunicazione; porto in scena la realtà, i sentimenti, la viva storia di ciascuno di noi, spesso in maniera ermetica, attraverso la tecnica del musical, sfruttando il canto, la danza in tutte le sue forme contemporanee e la recitazione”.