Una lettera da una nostra lettrice…..e la vogliamo pubblicare!

Una storia dove si descrive una scelta difficile e sofferta, giusta o no, e che riguarda una persona e le sue emozioni, se stessa e il principio di un’altra vita.

Riceviamo una lettera da una nostra lettrice e la vogliamo pubblicare. Si parla di IVG (interruzione volontaria di gravidanza).

Gentile Redazione di Radio Sardegna Web, mi trovo a scrivervi per raccontarvi la mia esperienza, di una gravidanza inattesa, ma soprattutto del calvario per poterla interrompere. Partiamo dal presupposto che è una scelta difficile e sofferta. Ti ritrovi un giorno a dover decidere della vita di una creatura che porti in grembo, perdi sicurezza e coraggio, in un istante… ma vai avanti e cerchi di capire da dove devi iniziare. Con il mio compagno proviamo tutta la mattina a chiamare il consultorio della nostra zona…..numero inesistente. Proviamo a chiamarne uno vicino in modo da avere qualche informazione, nessuno sa dirci nulla. Proviamo anche il centralino dell’ospedale: nulla! Ci viene in mente di andare al pronto soccorso di Cagliari, dove ovviamente non sanno dirci nulla e ci consigliano di chiedere nel reparto di ginecologia. Andiamo in reparto e chiediamo. Dopo qualche ora ci riceve una ginecologa, ci spiega più o meno l’iter, si può fare un IVG chirurgica e una farmacologica, ma ce la sconsiglia, dobbiamo per forza andare in consultorio per avere un foglio che attesti gravidanza e l’intenzione di interromperla, oppure un foglio del medico di base correlato da ecografia che attesta la gravidanza. Poi mi dice di tornare da loro che fisseranno la data dell’intervento. Ok, facile! Ci rechiamo personalmente al consultorio, chiediamo un appuntamento con la ginecologa…..eh no! Intanto ti fanno un “cazziatone” perchè sei incinta e poi ti dicono di tornare la prossima settimana (siamo a martedì) per prendere appuntamento o se siamo fortunati farà la visita. Le dico che io il lunedì lavoro e non posso assentarmi, qundi se mi da un appuntamento…..ma ricevo un secco no. Mi dicono ….prova a chiamare…ma se non rispondono al telefono?

 

Passa la settimana e lunedì il mio compagno va a prendere un appuntamento, lo pretende e alla fine gli fissa l’appuntamento per il martedì mattina. Martedì visita dalla ginecologa, inutile dire che non mi ha nemmeno toccata con un dito, mi ha chiesto mille informazioni (giustamente), e dopo un’ora di orologio in cui mi fa l’ennesimo “cazziatone” finalmente mi consegna il foglio, niente ecografia. Vado subito in ginecologia con il foglio: pensate che sia finita? Certo che no. Dopo qualche ora di attesa un’infermiera ci manda in un’altro fabbricato di fronte al loro, perchè devo prenotare per le analisi, e mi dicono che serve un’ecografia (ha l’apparecchio lì affianco…….in un secondo avrebbe fatta). Andiamo nell’altro fabbricato, mi vengono richiesti i dati, e mi prenota per la settimana successiva le analisi  (è martedì, il martedì successivo), e mi dice di portare ecografia e gruppo sanguigno (ma non mi devi fare le analisi tu la prossima settimana?). Ho pensato…..mi sono un po’ lamentata per l’ecografia perchè ho visto mille ginecologi e mi pare assurdo dover fare ecografia a pagamento, quindi alla fine me la fa fare dall’ecografista. E’ lì lo vedo……mi dice che il cuoricino batte e lì parte il pianto. Con mille sofferenze andiamo avanti. Passa un’altra settimana e il martedì mattina siamo di nuovo lì. C’è una psicologa che mi aspetta. Mi fanno esami del sangue ed elettrocardiogramma. Mi rimandano in ginecologia con una cartella per fissare l’appuntamento e poi mi devo recare a fare una visita anestesiologica sempre in ospedale. Appuntamento fissato la settimana successiva. Un’altra settimana…..lunga e interminabile!

 

Arriva il giorno, l’intervento è in day ospital, quindi in teoria penso….entro la sera dovrei essere fuori. Faccio visita con la ginecologa prima del ricovero e…..lo vedo di nuovo. Molto più grande di due settimane prima. Nodo in gola e mille dubbi. Non hanno posti per noi (c’è un’altra ragazza con me), per fortuna il mio compagno mi sta accanto tutto il tempo e lo fanno restare. Ci mettono in una cameretta con un solo letto ma siamo in due……dopo un bel po’ ci portano una barella, un po’ abbandonate a noi stesse……siamo tese e non sappiamo ne cosa, ne come. Dopo un oretta mi mettono l’agocannula nel braccio, dopo un’altra ora vengono a prendere dei dati. Mi dicono che prima dell’intervento dovranno inserire un ovulo per ammorbidire le pareti vaginali, ma passano le ore e nessuno viene. Alle 14.00 mi portano in sala preoperatoria, mi attaccano alla flebo e dopo mi portano in sala operatoria. Mi fanno posizionare e dopo poco il buio. Riprendo coscienza, sono in camera, dove mi aspetta il mio compagno… tutto finito.

 

E’ stato un mese lunghissimo e spero che queste informazioni possano servire a qualcuno per accelerare i tempi e sapere cosa vi attende. Se vi aspettate comprensione o almeno che non vi facciano sentire in colpa….scordatevelo! Se potete vi conviene fare l’interruzione famacologica, entro la 7/a settimana potete farla, vi dicono che dovete stare in ospedale 48 ore, ma non è così, prendete le pillole che vi danno, firmate e andatevene a casa vostra, dopo 2 giorni tornate in ospedale e prendete le altre pillole e avete finito. Un bacio a tutte le donne che devono affrontare tutto da sole, io avevo il mio compagno che mi ha aiutato, sostenuto e supportato.”

 

La redazione  si sente vicina a chiunque si trovi davanti a scelte difficili e importanti, se si vuole tutelare la vita si inizi dall’ascolto e non dal giudizio, spingiamo le persone a fidarsi della vita e di ciò che le attende nella quotidianità e tante donne saranno accompagnate nel scegliere la vita sempre. La paura e la sfiducia si prevengono e si contrastano con l’accoglienza, l’ascolto e guidando verso la direzione del fidarsi di sé stesse della loro forza a discapito di tutto.