Il cane salva la vita?

Studio sui benefici che il cane ha sulla vita quotidiana della persona

Lo studio sui benefici che ha il cane sulla vita quotidiana della persona ha coinvolto ormai studiosi di tutto il mondo coinvolgendo medici, psicologici, educatori, veterinari, neuropsichiatri. Pensate che in alcuni Stati è consentito portare in un ufficio il proprio cane se ben educato. Quindi la convivenza con il cane è diventata nello spazio e nel tempo più stretta e diverse leggi ormai lo tutelano come essere vivente appartenente alla famiglia e alla società.  Certo ancora ci sono diverse problematiche come l’abbandono e il randagismo o gli episodi di morsicature, che devono essere meglio affrontate con un’adeguata cultura e prevenzione.

In questo articolo vorrei farti riflettere su alcuni degli studi che sono stati fatti in merito ai benefici del cane a chi ne accetta la presenza.

Alla fine dell’800 il medico svedese Axel Munte nel suo romanzo “La Storia di San Michele “racconta di aver guarito una vecchia baronessa sorda e ipocondriaca donandole  un cane: grazie all’animale infatti, la donna riceve e dona affetto, ritrova il piacere di accudire qualcuno, con un enorme vantaggio per la sua salute e qualità di vita. Solo nel 1961 il Neuropsichiatria Infantile Boris Levinson fa studi più scientifici e utilizza il cane come co-terapia tanto con i suoi pazienti autistici, pubblicando anche anedotti e risultati terapeutici ottenuti. Nel 1977 Erika Friedmann conduce una ricerca sulla sopravvivenza di soggetti colpiti da infarto e scopre che i possessori di cani dimostrano una capacità di sopravvivenza maggiore rispetto a coloro che non è posseggono.

Ricerche successive dimostrano che la sola presenza di un cane nella stanza del malato induce un effetto calmante e una diminuzione dei valori pressori ed un rilassamento muscolare, particolarmente evidente nel viso  ( Katcher). Nel periodo del 1970 Robertson scrisse “ il Bambino in Ospedale “, indicando che in generale la presenza del cane in visita all’Ospedale abbassando il livello d’ansia, migliora la capacità di reagire alla malattia. Nel 1992 Anderson e collaboratori esaminano le relazioni tra il vivere con un cane e la prevenzione delle malattie cardiovascolari, esaminando 5741 persone tra i 20 e i 60 anni, riscontrano che i valori di pressione sanguigna, colesterolo e trigliceridi sono inferiori al gruppo di coloro che non hanno un animale domestico. Tali dati sono indipendenti da variabili, come dieta, esercizio fisico,  peso, condizione economica, fumo…

Attualmente i cani sono impiegati come allerta diabete, analisi di alcuni tumori, mediatori educativi, ma questa è un’altra storia che leggerai nel prossimo articolo sul sito www.radiosardegnaweb.com