David Costantino: mi piace stupire il mio pubblico

Il piacere di essere applaudito e apprezzato per quello che faccio mi rende orgoglioso


Passione, tecnica e applicazione. Questi sono gli elementi che rendono memorabile un’esecuzione. La scelta di un repertorio sempre adattato alle posizioni più diverse. Precisione e affidabilità sono le qualità di un vero cantante italiano professionista. David Costantino è uno di questi. Lo abbiamo intervistato per Radio Sardegna Web……


Ma….quando eri bambino….davi già l’idea che il tuo futuro sarebbe stata la musica? Non so…con qualche strumento che usavi spesso, per la tua predisposizione nell’assemblare le note giuste….non so…..

“Io sono figlio di un tecnico telefonico e di una casalinga, a casa mia la musica non è mai mancata ma l’abbiamo sempre ascoltata marginalmente, mai per interessi particolari, si, giusto qualche vinile e un impianto stereo ma nulla più. Tutto cominciò quando mio fratello Alessandro si iscrisse al Conservatorio, lui aveva 11 anni e io 6, scelse chitarra e io, geloso, feci i capricci per poter avere uno strumento tutto mio, allora mi comprarono una pianola Bontempi da 2 ottave, sai quelle con la ventola… e cominciai a strimpellare ascoltando gli esercizi di mio fratello. Lui mi ha sempre detestato per il fatto che studiava tantissimo con molto impegno e io invece riuscivo a fare più o meno le stesse cose applicandomi un decimo del tempo, giocando e mollando lo strumento ogni 5 minuti… evidentemente ero portato… e già a quell’età cominciavo a suonare i primi accordi da autodidatta”.

Quando e come hai scoperto che la musica poteva essere il tuo lavoro?

“Sempre seguendo le orme di mio fratello, che con gli anni diventava sempre più bravo e faceva qualche concertino di blues con un gruppo di suoi amici. Durante le prove cominciai a suonar la batteria con loro e poi la tastiera, avevo 12/13 anni quando feci il mio debutto, era un concerto di beneficenza in un carcere minorile e suonai un paio di canzoni con quel gruppo… da allora mi appassionai sempre più, cominciando a suonare sempre con più interesse, studiando dai metodi del conservatorio che trovavo in casa. La passione è cresciuta sempre più fino a quando a 19 anni dopo il militare mi comprai tutta la strumentazione per suonare in gruppo e per fare serate di pianobar. Dopo un paio d’anni mi trovavo in Svizzera per studiare e suonare in mini tour in giro per l’Europa centrale… è arrivato tutto da se…”.

Nel tuo lavoro si punta ad accontentare musicalmente la clientela oppure alla fine suoni ciò che ti piace di più o che ti sembra più adatta a quella location?

“Il quesito clienti o ego per alcuni è un cruccio, a me invece piace interpretare la platea che mi ascolta e mi piace piacere… dunque le due cose combaciano, qualsiasi musica se eseguita bene, con passione, tecnica e professionalità risulta piacevole a qualcuno e soprattutto merita il giusto impegno per eseguirla. A me appaga rispettare questi parametri…”.

Cosa ti dà la musica quotidianamente e cosa ti dà la gente che incontri in ogni tua esibizione?

“Il piacere di essere applaudito, riconosciuto, apprezzato per una cosa che in pochi sanno fare come me, mi rende orgoglioso, per i sacrifici, e sono tanti, che ho fatto nel passato. Capita spesso di essere inserito in classifiche o categorie di artisti, ma in realtà a me interessa che chi mi ascolti rimanga affascinato e appagato dalla mia arte. Mi piace stupire il mio pubblico”.

Quali sono le caratteristiche che un locale dovrebbe avere per poter accogliere David Costantino?

“Mi rendo conto di non essere un personaggio facile da gestire, non tanto per le mie esigenze, capricci vari o costi esorbitanti, ma penso che a causa del mio curriculum e le mie frequentazioni spesso i gestori si fanno dei pregiudizi pensando che io possa essere troppo costoso o snob per esibirmi nei locali, invece per me spesso è più una questione di piacere di esibirmi che non per il lato economico… dunque la caratteristica principale è quella di voler dare ai propri avventori un servizio di qualità con una identità riconoscibile”.

Che rapporto c’è tra te, la tua voce ed il tuo piano?

“Litigano spesso… quando studiavo pianoforte mi rendevo conto di riuscire ad esprimere in musica ciò che pensavo, ma dopo aver approfondito gli studi di canto mi rendo conto che la voce ha superato le dita sul pianoforte e spesso mi trovo a dover interpretare a fatica ciò che penso o canto, accompagnandomi al piano”.

Come sta andando il progetto “The Italian Mood Project”?

“Sembra bene, è nata una nuova versione più jazzy del mio progetto che mi piace tanto. In principio infatti era solo acustica con due chitarre, fisarmonica, contrabbasso e batteria… adesso si può scegliere in base ai gusti e alle esigenze degli eventi anche una formazione composta da piano, contrabbasso e batteria. Entrambe suonano le stesse scalette ma con sound assolutamente differenti stiamo già lavorando al secondo disco che sembra interessare ad alcuni produttori discografici… vedremo”.

Come siete nati artisticamente?

“Nasce da una mia idea maturata in circa 18 anni di attività in giro per l’Europa,  quando cantavo all’estero. Spesso, sapendo del concerto di un cantante italiano, il pubblico mi chiedeva di eseguire dei brani famosi della musica italiana, interpretando con le mie passioni stilistiche quali il bel canto e la lirica. Mi capitava di adattare i repertori all’audience… The Italian Mood Project è proprio quello spettacolo che si è formato negli anni, solo 3 anni fa sono riuscito a creare una band formata da musicisti che credessero nella stessa “missione” cioè valorizzare il concetto dell’italian style senza andare a cadere però nelle canzoni troppo commerciali, dunque evitando Tozzi, Pupo, Celentano e Ricchi e Poveri ma raccontando Mosugno, Carosone, Buscaglione e Arigliano. Mi piace pensare che proponiamo quel tipo di musica che gli stranieri vorrebbero ascoltare quando arrivano in vacanza in Italia”.

In genere, quando non sei davanti ad un pianoforte, come passi le tue giornate?

“Ultimamente sono molto concentrato in alcuni studi armonici che mi stanno appassionando, dunque sentirmi al piano da solo a casa, risulta forse un po’ particolare, con scale e arzigogoli con suoni strani…. fa anche molto ridere comunque…”.

Cosa ti piace ascoltare di solito mentre sorseggi qualcosa?

“Premetto di essere totalmente astemio, e dunque la scena non si rappresenta.. ma se intendi quando sono rilassato ascolto molta musica classica, mi piace Vivaldi, Rossini, Verdi… ma anche Mozart, Ravel e Beethoven… Ascolto anche tanta musica contemporanea, al giorno d’oggi con la rete gli orizzonti si sono ampliati enormemente e si può studiare e ascoltare qualsiasi cosa con pochissima ricerca”.

Progetti futuri per David Costantino e la Italian Mood Project?

Finire il disco e partire con un tour in giro per Russia, Europa, Cina e Stati Uniti… questi sono i progetti… ora bisogna lavorare duro per realizzarli”.