Sardegna Pride: 30.000 presenze in città

Michele Pipia (Responsabile organizzativo): “30 mila persone penso sia la miglior risposta a tutti. Da Fontana a Salvini passando per la Meloni e Giovanardi”.

Un fiume di persone festanti, colorate che cantavano e ballavano. Coppie mano nella mano, famiglie arcobaleno e sostenitori dei diritti civili. Questo, in sintesi, quello che si è visto al Sardegna Pride 2018. Naturalmente non sono mancati striscioni e commenti aspri sull’attuale Governo M5S-Lega. La manifestazione è partita da via Sant’Alenixedda (presso Teatro Lirico) ed è arrivata sino in Piazza Yenne. Un invasione di uomini e donne pacifici il cui messaggio, urlato ad alta voce, dai numerosi partecipanti era “Ministro Fontana, noi esistiamo”. In testa al corteo gli striscioni. Quello di Amnesty International  “Amare è un diritto umano” oppure “Il futuro è femminista” retto da sei ragazze che ballavano e cantavano vestite di mille colori. C’era anche lo striscione della LILA e Cagliari Agedo (amici di persone lesbiche, gay, bisex e trans). Il camion dell’ARC faceva il suo compito ovvero musica a tutto volume e dietro il mezzo pesante tante, tantissime persone che ballavano e cantavano. Anche il Sindaco di Cagliari Massimo Zedda era presente, ed ha detto….“Se tutti hanno diritti, tutti stanno meglio”. Un Sardegna Pride strapieno di gente ma tutti uniti per un unico grande scopo: “I diritti devono essere universali”.

“Il risultato ottenuto è di sicuro la migliore risposta a coloro che risultano essere omofobi o ignoranti”

Michele Pipia, responsabile organizzativo del Sardegna Pride…. qual è il senso di questa manifestazione?

“Il Sardegna Pride è una manifestazione politica, l’ultimo appuntamento dopo 45 giorni di eventi culturali a tematica LGBT+. Purtroppo, nel 2018, gli omosessuali sono ancora oggetto di discriminazioni e, tutti i pride, sono una risposta forte a coloro che vorrebbero tenere l’Italia ferma al medioevo. Il risultato ottenuto è di sicuro la migliore risposta, la giusta contrapposizione a coloro che risultano essere omofobi o, comunque, ignoranti”.

Una manifestazione, quella di Sabato scorso, con tantissime persone allegre, colorate, tutti assieme anche per un unico scopo: dire al Ministro Fontana….noi ci siamo!” ed anche per mostrare la vostra contrarietà all’operato di Salvini…..

“Direi che 30 mila persone penso sia la miglior risposta a tutti. Da Fontana a Salvini passando per la Meloni e Giovanardi. “Esistiamo e resistiamo” è stato lo slogan del 2018, nato proprio come risposta alle dichiarazioni di Salvini”.

Michele Pipia che idea si è fatto della Cagliari che tutela i diritti umani e quindi anche di lesbiche ed omossessuali?

“Cagliari è stato il primo capoluogo di regione ad aver istituito il registro delle Unioni Civili. Prima Provincia ad istituire quello dei testamenti biologici. Cagliari è molto avanti sotto questo aspetto, però non dobbiamo arrenderci perchè, visto il periodo politico, potrebbe saltare qualche legge importante. La trasversalità delle lotte ci ha dato modo di avere presenti le magliette rosse in ricordo dei bambini affogati recentemente nelle acque libiche. Abbiamo avuto i disoccupati e i migranti. È una battaglia per tutti fatta da tutti”.

Che rapporto c’è tra Cagliari e gli omossessuali e lesbiche? E’ una città che li accetta o è bigotta?

“Cagliari è una città molto aperta. Non da oggi. La partecipazione al Sardegna Pride ne è stata la dimostrazione. Ci sono stati alcuni esempi di persone che  ci hanno emozionato, penso ad esempio all’ allestimento su via Sonnino fatto dall’ Exmà. È una città dove trovi ancora delle persone che ti urlano caghineri, ma rimane sempre e comunque una delle città migliori del Sud “.

In cuor suo che cosa spera in futuro per il Sardegna Pride?

Mi auguro che un giorno non ci sia più bisogno di fare il Sardegna Pride ma in Italia facciamo un passo in avanti e tre indietro. Visto che l’obiettivo è ancora molto lontano mi auguro che il Sardegna Pride sia sempre più accogliente e numeroso”.