Quando King Riley lasciò i campi di cotone per cercare fortuna a Memphis, nel 1946, aveva in tasca due dollari e mezzo e una chitarra malconcia fra le mani. Oggi, il suo nome è sinonimo di blues.

Fu, probabilmente, il più influente chitarrista degli ultimi cinquant’anni. Con un timbro ricco ed intenso….che ha avuto un forte impatto su generazioni di artisti di tutti i generi musicali.
Nacque in una piantagione vicino a Indianola, il 16 Settembre del 1925.
Ebbe un infanzia difficile, segnata da un clima intimidatorio ed aggravato dalla morte della madre quando aveva solo 16 anni, cantava il gospel quando partì per Memphis, per un breve soggiorno.
Con la purezza della sua voce e il suo carisma, ed anche uno stile chitarristico influenzato da Lonnie Johnson e T- Bone Walker, iniziò a imporsi tra i nuovi talenti.
Nel 1949, B.B. King, si assicurò una finestra giornaliera di dieci minuti sull’emittente radiofonica WDIA, in cui pubblicizzava prodotti e promuoveva anche i suoi concerti. Scelse come soprannome radiofonico “The Beale Street Blues Boy”, abbreviato in B.B.…appunto Blues Boy.
Sempre nel 1949 B.B. King realizzò le prime incisioni per l’etichetta Bullet, poi firmò con la Modern Records di Los Angeles. La prima hit fu “Three o’clock blues” (nel 1951), tutt’ora un pezzo straordinario, che il Re suonava sempre durante le sue duecento esibizioni all’anno.

King Riley trascorse gran parte degli anni 50 e 60 cercando di espandere il circuito in cui si esibiva.

Suonava in moltissimi club. Ed è proprio in uno di questi che, nel Dicembre del 1949, per poco non perse la vita precipitandovisi dentro per salvare la sua chitarra da un incendio causato a causa di un litigio tra due uomini per una donna. Da quel giorno ha chiamato ognuna delle chitarre “Lucille”, il nome della donna causa del contendere e causa indiretta dell’incendio.
Registrò molti brani di successo come ad esempio “Upset me baby” oppure “Please love me” che permisero a B.B. King di cominciare a guadagnare parecchi soldi.
Dato che la sua band stava diventando, oramai, una vera e propria orchestra, decise di acquistare un vecchio bus: lo tinteggiò di rosso e lo chiamò Big Red e con questo girò in ogni angolo degli Stati Uniti. La notorietà aumenta, dagli anni 60 in poi il range dei suoi sostenitori si allargò anche tra i bianchi, che comunque preferivano ascoltare maggiormente il blues acustico. Però, proprio da gli anni 60 in poi, una nuova generazione di musicisti cominciò a cambiare qualcosa: Eric Clapton, Mike Bloomfield, Jimi Henrdix e Johnny Winter aiutarono BB King a raggiungere il pubblico rock e la sua fama prese definitivamente il volo.
Il Re è andato via e adesso non c’è più ma noi lo ricorderemo per sempre, per quello che ha fatto con la musica e per i tanti aneddoti e storie simpatiche che lo riguardano.

Buona vita King Riley.