Michael Jackson: vero fenomeno di massa

Una delle maggiori star del panorama musicale fin dagli anni Settanta, sia come membro dei Jackson 5 che come solista


Gli esordi nei Jackson Five e la perfezione formale di “Thriller”, il successo consumato a passi di danza e l’angoscia di una vita privata inquieta e inquietante, fino al crollo finale, tra debiti, accuse infamanti e flop imprevisti. La storia di una delle massime icone pop di tutti i tempi su radiosardegnaweb.com e Heroes (Massimo Salvau)


Michael Jackson, il cantante che più di qualsiasi altro è riuscito a sdoganare la black music facendola diventare un fenomeno di massa non solo per il popolo di colore, è nato a Gary (Indiana) il 29 agosto del 1958. Dopo le prime apparizioni locali, sotto la guida dei genitori Joseph e Katherine, ad appena undici anni è già una star come principale voce dei Jackson Five, boy-band composta insieme ai fratelli Jackie, Jermaine, Tito e Marlon. I Jackson Five sul finire degli anni 60 vengono messi sotto contratto dalla Motown, la più importante casa discografica soul del mondo, e grazie alla spinta di un team così valido divengono rapidamente famosissimi in tutti gli Stati Uniti. Ma Michael Jackson inizia a essere considerato una star mondiale soltanto nel 1979, quando incrocia il proprio destino con quello del produttore Quincy Jones (personaggio veramente famoso nel mondo della musica e conosciuto sul set di “The Wiz”, dove ricopriva l’incarico di direttore musicale), cementando un sodalizio fortunato come pochi altri nella storia del pop. Il singolo “Don’t Stop ‘Till You Get Enough” (Grammy come miglior performance R&B maschile) sul finire dell’estate 1979 diventa un tormentone e fa di Off The Wall il primo vero disco post-adolescenziale di Michal solista. In Off The Wall suonano musicisti di prim’ordine (Steve Porcaro, Greg Philinganes, George Duke, Paulinho Da Costa, giusto per fare qualche nome) e vi trovano posto dieci canzoni (tre composte personalmente da Jackson) quasi tutte ballabili (eccetto la soffusa “She’s Out Of My Life”) e rivestite di lussuosi arrangiamenti, spesso punteggiati da meravigliosi fiati. L’album si inserisce con chirurgica precisione nel movimento black-disco, diventato da un paio di anni di massa grazie alla deflagrazione provocata da film e colonna sonora di “Saturday Night Fever”. E allora canzoni come la title track e la conclusiva “Burn The Disco Out” diventa una vera e propria hit per questi anni, mentre “Rock With You”, fenomenale R&B ballabile a battuta lenta, diventa il secondo singolo di maggior successo estratto dal disco. Una canzone a testa viene regalata da Paul McCurtney (la prescindibile “Girlfriend”) e da Stevie Wonder (“I Can’t Help It”), due personaggi che ritroveremo altre volte nel proseguo della storia.

Questa riuscita fusione fra black e disco avrebbe raggiunto la perfezione quattro anni più tardi nel capolavoro di Jackson, Thriller, che sarà pubblicato nel novembre del 1982. Prima di iniziare le session del nuovo lavoro solista, nel 1980 Michael trovò il tempo per partecipare all’ennesimo disco dei Jacksons, Triumph, potente e dance-oriented, trainato dal tormentone “Can You Feel It?”. Thriller, destinato a diventare il disco più venduto della storia (secondo le statistiche dovrebbe attualmente aver superato i cento milioni di pezzi in tutto il mondo), vede nuovamente Quincy Jones alla produzione di una serie di canzoni che spopoleranno alla grande. Il colpo da ko è “Billie Jean”, il primo singolo estratto, che usufruisce della spinta della neonata Mtv. Jackson sarà il primo artista nero a veder programmare un proprio video sulla tv musicale più nota del mondo, nonché uno dei primi artisti a riuscire a sfruttare la potenza del videoclip, divenendo la prima star multimediale globale. Per due anni gli estratti da Thriller imperverseranno ovunque, l’album stazionerà per diversi mesi ai primi posti delle classifiche di tutto il mondo, e Jackson si aggiudicherà ben otto Grammy Awards, raggiungendo una notorietà che gli astri nascenti Madonna e Prince riusciranno soltanto asfiorare. Nel disco si alternano dance-song dal groove inesorabile (“Billie Jean”), duetti d’eccezione (“The Girl Is Mine” con sir Paul McCartney), incroci fra funk e rock che anticipano di moltissimo il crossover (“Beat It”, con alla chitarra Eddie Van Halen, la prima di una serie di collaborazioni con grandi chitarristi), momenti più pacati (“Human Nature”, “The Lady In My Life”), esplosioni di sano delirio da dancefloor con radici afro (“Wanna Be Startin’ Somethin'”), e un paio di riempitivi di classe (“Baby Be Mine”, “P.Y.T.”). E poi c’è la title track, in pratica il sonoro di una rappresentazione cinematografica dove si susseguono effetti strumentali, porte che si chiudono, ululati notturni e l’inquietante voce della guest star Vincent Price. Il brano sarà rappresentato da uno storico videoclip, diretto da John Landis: vero e proprio cortometraggio horror dalla durata di 13 minuti. Oltre a Quincy Jones, nell’economia di Thriller è fondamentale l’apporto dell’arrangiatore e compositore Rod Temperton (già presente in Off The Wall), corresponsabile della perfezione formale del disco, album interrazziale per antonomasia, nel quale non si distingue più dove finisca il nero e dove inizi il bianco. Dopo il mostruoso successo di Thriller, Michael Jacksonè il Dio del Pop. Una specie di mago in grado di trasformare in oro ogni cosa. Le sue apparizioni in dischi altrui valgono il successo immediato: basti pensare al duetto “Tell Me I’m Not Dreamin'” nell’album solista del fratello Jermaine, o alla comparsata in “Somebody’s Watching Me”, effimero successo di Rockwell (figlio del boss della Motown), fino allo scanzonato singolo pop “Say Say Say” in coppia con Paul McCartney, che diviene una hit mondiale. Insomma….Michael Jackson si è guadagnato il trono di re della musica sopratutto dal punto di vista mediatico ed economico ma….a che prezzo? Continueremo a parlarne domani in un nuovo articolo. Intanto domani, alle ore 11:00, su www.radiosardegnaweb.com Michael Jackson sarà il protagonista principale del programma Heroes. Potrete ascoltare una playlist musicale di 17 minuti a lui dedicata.