Las Vegas, strage al concerto country al Manalay Bay

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Las Vegas- 59 morti e 500 feriti questo è il bilancio attuale della sparatoria nella zona dei casinò a Las Vegas dove si svolgeva un concerto. L’attentato è stato compiuto da Stephen Paddock 64 anni, residente in una casa per anziani della zona, si è ucciso nella camera d’hotel da dove ha messo in atto la strage. Bersaglio degli spari, la folla accorsa al concerto country che si stava svolgendo al Manalay Bay. Le autorità americane hanno escluso la pista del terrorismo, da quello che sta trapelando fino ad ora, pare che sia un gesto folle di un lupo solitario.

Concerti e sparatorie

Questa mattina quando ho sentito della sparatoria a Las Vegas, mi sono venuti in mente, tutti gli attentati messi in opera durante lo svolgimento di un concerto. Il Bataclan, la strage di Manchester e ora Las Vegas. E ho pensato a come un momento di gioia può facilmente trasformarsi in un incubo. Lo pensavo anche qualche settimana fa, ero a Verona in Arena per festeggiare il ventennale della carriera di Elisa. Mi tranquillizzavo quando passavo i controlli, vedendo lo scrupolo con cui venivamo controllati. Zaini aperti e perquisiti. Un secondo passaggio al metal detector e nessuno strappo alla regola, anche per chi cercava di protestare per la confisca del caricabatterie.
Ma diverse volte dentro in attesa che il concerto iniziasse ci pensavo. Lo facevo osservando i movimenti degli adetti ai lavori. Poi in una serata condizionata dalla pioggia, uscendo, ho visto i mezzi dei Vigili del Fuoco, la Polizia, la Protezione Civile e qualche istante prima di razionalizzare (erano lì perché pioveva e non poco), mi sono preoccupata di cosa stava accadendo.
Di fatto anche non volendo, siamo condizionati da questi eventi, forse non tanto da rinunciarci, ma è impossibile non pensare che qualcosa possa accadere.

Un pensiero ricorrente

Esempio non paragonabile in alcun modo a questi eventi, ma sabato 30 settembre a Torino nel corso della serata di inaugurazione dell’OGR – Officine Grandi Riparazioni Torino, mentre sul palco si esibiva Elisa, il concerto è stato fermato all’improvviso.
Io assistevo da casa allo show, quando qualcuno molto generosamente ci permetteva, tramite la diretta Facebook, di essere coinvolti, anche se da chilometri di distanza. Ad un certo punto Elisa smette di cantare e si blocca la diretta. Stava succedendo qualcosa era chiaro e chi era collegato, chiedeva informazioni sul post pubblicato nel gruppo del Fun Club. In pratica un delinquente, ha disperso nell’aria il gas di una bomboletta al peperoncino, causando diversi fastidi tra i presenti. Per fortuna l’intervento della sicurezza e della stessa Elisa che invitava alla calma le persone, ha evitato conseguenze ben peggiori. Abbiamo ancora fresco nella memoria il ricordo della notte della finale di Champions Leaugue in Piazza San Carlo.

Uno stupido scherzo ha causato una morte e diversi feriti, ma definirlo scherzo non è accettabile. Come dicevo prima, non è paragonabile, ma è davvero difficile non farsi condizionare da questi eventi. Sarà il fatto che i concerti e qualsiasi spettacolo sono sempre stati un luogo dove liberarsi dai cattivi pensieri, dove trovare un momento di estraneazione dal mondo reale, per entrare in quello del fantastico. Questo articolo è solo un modo per buttare i pensieri fuori dalla testa, perché comunque non è pensabile arrendersi a questa realtà. E la musica non si può spegnere, così come la speranza che non deve arrendersi alla paura.

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