Un nuovo articolo per la rubrica che vuole dare voce alla Musica, #8Max Speciale Praga!

Praga 7 novembre 2016 – 12 novembre 2016

Era da una vita che volevo andare nella Capitale Boema patria della birra, dell’ottima cucina e dalla storia che l’ha plasmata e caratterizzata fino ai giorni nostri ma non pensavo anche per la musica. Quando atterri e cominci a respirare l’aria dell’antica e misteriosa Praga vieni rapito subito dai suoi suoni, odori forti e dalla sua enorme qualità architettonica e storica che attraversa ogni vena pulsante, ogni stradina e piazza e ogni angolo ha un monumento che la consacra ed una storia da raccontare.

Con il mio fedele compagno di Viaggio Orazio che è il mio indispensabile Cugino, la parte artistica e intellettuale del viaggio, assaporo ogni racconto ed avvenimento che ha colpito in bene e in male Praga e di come nonostante sia stata invasa diverse volte si sia sempre rialzata piu forte di prima. Ho deciso di non viverla come un turista ma di vedere la città come un praghese o un membro della comunità e come un attento lettore di un libro da una trama avvincente, non mi sono perso niente di tutto il suo immenso fascino. Ora passiamo alle cose che ci interessano maggiormente: ovviamente non sto parlando delle Praghesi che meritano anche loro una menzione speciale ma del forte strato musicale che ricopre interamente la Città e che visitando come un semplice turista ti perdi.

Ebbene si, Praga non ha niente da invidiare alle piu famose località musicali tanto blasonate e si difende più che bene.

Quasi per caso leggo un po su internet cosa offre musicalmente Praga e godo; decine di posti dove si fa musica dal vivo, tanti jazz club e svariati posti dove si presentano album inediti, dove si registrano live, dove si può davvero interagire con gli artisti. Decido allora di sceglierne uno vicino alla Moldava, il fiume che scorre a Praga e che è abbastanza vicino al mio Hotel e mi dirigo per una perlustrazione ai Jazz Dock.

Appena arrivato scorgo questo localino sulla riva del fiume, diversi giovani fuori a dialogare e mando in avanscoperta il mio prode Orazio a prendere un programma della serata; Beh il programma non c’era ma c’era un intero libricino con tutti gli appuntamenti del mese sia in ceco ovviamente che in inglese e appena lo apriamo rimaniamo di sasso: quasi ogni giorno due live di band inedite che presentano i loro album di qualsiasi genere con spiegazione e biografia dettagliata, più o meno famose nel circuito ceco e non. La cosa piu bella è stata vedere band non solo cece ma anche internazionali e miste, cosi da avere un parco eterogeneo.

Deciso quindi, dopo cena si va ai Jazz Dock ad ascoltare i The Document band groove/soul/pop per metà Statunitense e per metà Ceca; interessati da questa band e dopo aver incontrato altri due simpatici giornalisti italiani nel pomeriggio, decidiamo di portarli con noi. Ora qui la cosa si fa interessante e ci da, da pensare: L’ingresso è a pagamento e costa all’incirca 4 euro e qualcosa senza una consumazione se stai seduto, mentre se vuoi stare alzato il prezzo si abbassa; Se lo facessimo in Italia la gente si lamenterebbe per il costo eccessivo per una band emergente o comunque locale e pretenderebbe anche una consumazione senza nemmeno prenotare ma siccome siamo a Praga e hanno costruito un tessuto sociale e culturale diverso nel rapportarsi con la musica e i live, noi siamo ben contenti di pagare e di farci trasmettere tutta la magia di quel posto dalle luci soffuse, dai neon dai colori freddi e dalla nostra candela al tavolo che fa luce giusto per vedere la tua ottima birra ceca. 

Ora qui la cosa si fa interessante e ci da, da pensare: L’ingresso è a pagamento e costa all’incirca 4 euro e qualcosa senza una consumazione se stai seduto, mentre se vuoi stare alzato il prezzo si abbassa; Se lo facessimo in Italia la gente si lamenterebbe per il costo eccessivo per una band emergente o comunque locale e pretenderebbe anche una consumazione senza nemmeno prenotare ma siccome siamo a Praga e hanno costruito un tessuto sociale e culturale diverso nel rapportarsi con la musica e i live, noi siamo ben contenti di pagare e di farci trasmettere tutta la magia di quel posto dalle luci soffuse, dai neon dai colori freddi e dalla nostra candela al tavolo che fa luce giusto per vedere la tua ottima birra ceca.

La sala e i tavoli si riempiono immediatamente in barba alla consumazione extra e al prezzo del biglietto e girando con la testa per vedere da chi era gremita la sala noto che è pieno di giovani che non necessariamente sono gli amici della band ma capendo un po di inglese riesco a captare che molti nemmeno conoscono la band e sono li perché son curiosi di ascoltare musica dal vivo vedendo le locandine sparse un po in zona. Confortato da questo io e i miei compagni di musica ci spariamo un live da un’alta dose tecnica dove ogni pausa della band si trasforma in scusa per fare foto coi ragazzi e per scambiare qualche parola per poi ritornare a suonare ed a intrattenere il pubblico reattivo ed entusiasta che ad ogni assolo di tromba, di basso, di chitarra, di piano e di batteria fa esplodere l’entusiasmo battendo le mani e facendosi sentire. Fatta l’ora tarda ci promettiamo di tornare l’indomani alle 19:00 per un live jazz del Maestro Milan Svoboda jazz quartet. e stavolta prenotiamo un tavolo attaccato al palco.

11 novembre 2016: il giorno dopo…

Questa data la porterò con me sempre perché ho assistito al più bel concerto jazz della mia vita.
Il Maestro Milan sembra elettrizzato dalla musica e una forte scossa lo pervade, lo fa muovere ad ogni nota virtuosa che suona col pianoforte e la sua band composta da un bassista, sassofonista e batterista lo segue come se fossero una cosa sola. Pochissime volte ho visto un pianista jazz volare con le mani sui tasti come se fossero scollegate dal resto del corpo e avessero una vita propria, con una velocità tale da non riuscire a capire che note prendesse e i suoi colleghi non meno di lui. Ogni canzone veniva prolungata per far viaggiare ogni musicista col proprio solo e per far venire la pelle d’oca a noi ingordi spettatori. Due ore di puro godimento, di estasi musicale in cui non riuscivo nemmeno a bere la mia pils perchè ero ipnotizzato dall’esecuzione di questi fantastici musicisti. la cosa che mi ha entusiasmato oltre la musica è stata quella di vedere tantissimi ragazzi giovani cosa che in un concerto jazz difficilmente ho visto.

Il maestro Milan

Il maestro Milan

Finito il concerto non potevo non stringere la mano a quel dono della natura e incoraggiato dal mio compagno di viaggio abbiamo scambiato un paio di parole col Maestro Milan, fatto fare due bei autografi nel libricino degli eventi e fatto una bellissima foto di rito. Questo live ha concluso la mia permanenza a Praga e mi ha dato un pretesto per ritornare, eh si perchè adesso Praga sarà per me anche la Patria dell’ottima musica. Concludendo in maniera critica questo mio racconto, posso solo essere amareggiato delle possibilità che abbiamo noi in Italia, con il nostro bel bacino di band ed artisti emergenti di ogni genere che sono condannati a vivere nella nicchia perchè qualcuno decide che devono rimanere nella nicchia, elemosinando artisti dai talent e dallo spettacolo, come se la musica sia nata per questo, superpompati dai media che quasi sempre si spengono poco dopo.

Questa però è un’altra storia da raccontare e credetemi, la racconterò prossimamente come merita. Viva La Musica Libera Sempre!

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