I Sick N’ Beautiful sono uno dei gruppi che fa parte degli RSW Artists e in questa recensione di Max Aci per la rubrica 8Max scopriamo meglio il loro disco “Hell over Hell”.

 

In qualsiasi parte del mondo, tra siti internet poco attendibili e tra documenti su complotti interstellari si dice che gli alieni siano tra noi. Ne abbiamo per ogni colore, forma e obbiettivo finale: quelli che vogliono distruggerci, prendere il nostro pianeta, lottare con noi contro altri alieni e cosi via. Non si era mai parlato di Alieni musicisti e sulla Terra e precisamente a Roma, sono atterrati i Sick N’beautiful dal pianeta LV-426 ‘ACHERON con il loro spettacolo circense intergalattico e il primo disco terrestre chiamato “HELL OVER HELL”(Rosary Lane Records USA) datato 2015.

Un progetto davvero originale

La musica si sa, ha avuto diverse ere e periodi, tantissime innovazioni, nuovi generi e mode stilistiche ed è stato scritto, composto e suonato di tutto. l’innovazione musicale odierna, non sta solo alla capacità di far confluire le varie contaminazioni che ognuno di noi ha sviluppato studiando o ascoltando tanta di quella roba da farsi sanguinare le orecchie o le mani ma sta anche nel trovare un buon connubio tra spettacolarità e la composizione. Le band D’oltreoceano ci insegnano questa strategia di marketing gia negli anni 80 e quando una band Nostrana capisce che è un buon modo di presentare un prodotto e si crea un personaggio valido, io non posso che esserne orgoglioso. Questo non significa sacrificare una buona fetta di musica per la spettacolarizzazione di essa ma capire che in un mondo dove la musica sembra aver detto tutto bisogna darsi da fare. I ragazzi hanno creato dei personaggi ed una storia originale, sfruttando il mondo dello steam/cyberpunk e della fantascienza e dei costumi che a livello di presenza scenica, spaccano.

 

Una voce femminile che buca lo schermo

Tralasciando il discorso scenico, i ragazzi hanno prodotto un bell’album di influenza hard rock anni 80 con contaminazioni industrial ed electro. all’interno dell’album si trovano oltre ai brani canonici anche degli intermezzi che creano un giusto intervallo e aprono alle diverse tematiche dei brani. la parte strumentale pompa parecchio e le due chitarre si fondono bene con il tappeto ritmico di basso e batteria, tutto corredato da cori e atmosfere da film sci fi.

La voce in questo caso femminile, è quella che sfonda lo schermo e le orecchie (in bene) e con una buona dose di potenza vocale non si lascia intimidire dalla bravura degli strumentisti. La cantante conosce bene i suoi limiti e la sua dote canora;anche nei brani piu lenti non accenna a cali e sa calibrare il momento in cui c’è da spingere o quando c’è da armonizzare.

 

Ne sentiremo parlare…

Nell’insieme sono davvero soddisfatto nel vedere che c’è ancora voglia di innovazione e i Nostri di certo hanno colpito nel segno. Meritano un plauso particolare per la cura e la pazienza e la passione che hanno messo per creare qualcosa di originale nel universo musicale italiano stilisticamente parlando e se sapranno gestire bene e dividersi tra spettacolarizzazione e musica di qualità, sentiremo parlare di loro anche all’estero.

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