Max Aci, dopo averli recensiti, intervista la band Il Grande Capo usciti nel mese di novembre con il loro primo disco “Promesse” che  tanto abbiamo apprezzato.

 

Ciao Elio, innanzitutto grazie per aver accettato questa breve intervista per Radio Sardegna Web.

Ragazzi, partiamo subito con la vostra storia. Come è nato Il Grande Capo?

Il Grande Capo nasce da una lunga amicizia. Ho deciso di creare un gruppo perché avevo tanti pezzi e li cantavo da solo. Ho deciso di farlo con degli amici veri. E così da tre anni lavoriamo e ci divertiamo a farlo.

Come definite il vostro sound e quali influenze musicali vi hanno ispirato per identificarvi?

In tre anni abbiamo esplorato vari stili e abbiamo trovato una collocazione in questo groove elettropop. I nostri riferimenti spaziano da Battiato agli Editors, da Giovanni Lindo Ferretti all’elettronica, parlo di Royksoop, Moderat. Non saprei in cosa identificarci, almeno per ora.

Complimenti innanzitutto per la scelta di cantare in italiano che tante volte viene cestinata a causa del forte impatto americano che sembra dettare legge su come si canta e suona. Da cosa è nata questa scelta e su cosa vi basate quando scrivete un testo?

Quando scrivo innanzitutto scrivo in italiano perché è la mia lingua e perché è meravigliosa, ricca, piena di musicalità. Nella stesura del testo cerco di creare una sinergia tra senso e ritmo. Credo che il testo sia il primo battito di riferimento, prima ancora della sessione basso e batteria.

Cosa ne pensate di questa invasione televisiva nel mondo della musica, dove si suona e canta piu in televisione che nei palchi e l’apparire sembra superare la competenza tecnica e compositiva? Lascia meno spazio alle band emergenti che vogliono affermarsi a causa di questo forte impatto visivo o non avete trovato nessun problema?

Ovviamente emergere è un problema. È anche vero però che alcuni sono emersi nonostante il mondo dei talent ecc. credo siano due mondi completamente distanti, con un pubblico diverso. Quello che facciamo è creare canzoni, e questo è un punto tutto a nostro favore.

 

Cosa ne pensate della musica emergente in Italia? Si riesce ad avere spazio ed a suonare Live o vi sentite un po delusi dall’ormai organizzazione “fai da te” con cui ormai molte band convivono?

Siamo agli inizi ma credo che oggi come non mai sia necessario fare gruppo. Trovare collaborazioni. I grandi numeri non ci sono più, ma anche in funzione di questo i piccoli possono organizzarsi e fare belle cose grazie alla condivisione.

Quanti album o singoli avete in attivo e nel presente cosa state realizzando o avete realizzato?

Nel 2015 siamo usciti col nostro primo EP e con il videoclip di Domenico Savio (meraviglioso!). A luglio di quest’anno abbiamo realizzato e pubblicato il videoclip de Il mare è troppo grande. Anche questo stupendo. Lo dico perché dietro c’è stato un lavoro davvero intenso e professionale. Edoardo Palma ed Emanuele Forte, i due registi dei video, sono stati straordinari. Ora dopo l’uscita dell’album, attendiamo il videoclip di Promesse a metà dicembre.

I fan e i supporters, sono i muscoli di ogni band; senza di essi molte band sarebbero cadute nel dimenticatoio a causa di recensori e discografici che non hanno sempre azzeccato il punto (i beatles insegnano). Cosa volete esprimere e quale messaggio volete dare tramite la vostra musica a chi vi ascolta e quale sarebbe per voi la maggiore gratifica che potrebbero fare i vostri fan?

I nostri fan sono diventati nostri amici e questo è bellissimo. Vorrei che le nostre canzoni diano a chi le ascolta il coraggio di emozionarsi, in un momento di vuoto di senso come questo. E chiedo a tutti di imparare le canzoni a memoria, perché quando le cantano nei live mi fanno il regalo più bello!

 

Siamo in conclusione. Grazie per averci dedicato del tempo prezioso e complimenti per il vostro progetto e per le vostre scelte compositive!