Max Aci nella sua rubrica dedicata alla Musica Trasparente ci presenta la band dei SETA che si raccontano in questa intervista per Radio Sardegna Web.

Ho poco da dire su questa band, la musica parla per loro. le svariate contaminazioni musicali ed il loro sound “electro-rock” di sicuro vi terranno inchiodati ad ascoltarli.

Ciao Luca, innanzitutto grazie per aver accettato questa breve intervista per Radio Sardegna Web.

Ragazzi, partiamo subito con la vostra storia. Come sono nati i Seta?

Ciao Massimiliano. Innanzitutto grazie per averci invitato a fare questa intervista. I Seta anagraficamente sono nati nel 2009, ma concettualmente erano nati nella mia testa e in quella di Alberto (Tastiere/Synth) e Rudy (Basso) già molti anni prima. Noi 3 abbiamo condiviso assieme oltre 16 anni di musica, e sulle ceneri della band che avevamo in quel periodo, per merito di 2 autori vicentini (Alessandro Castagna e Stefano Porta, “padri” di una parte dei brani di “Interferenze”, il nostro primo disco) ci siamo avventurati in questo ambizioso progetto, che ci ha permesso di trovare da subito in Lorenzo (Chitarra) e Matteo (Batteria) i musicisti perfetti per realizzarlo.

A mio avviso, ci sono poche band che spaziano e giocano un po con le varie contaminazioni odierne e passate e il vostro genere è poco calcato tra gli emergenti che preferiscono in alcuni casi una standardizzazione, cosa che a voi non è successa. Come definite il vostro sound e quali influenze musicali vi hanno ispirato per identificarvi?

Ci fa piacere di essere riusciti a creare qualche cosa di diverso, anche perchè arrivando tutti da estrazioni musicali diverse, pensavamo sarebbe stato difficile trovare delle idee comuni e invece con il tempo questo si è dimostrato essere, in fase compositiva, il nostro punto di forza. Basti pensare che io arrivo dal Rock Italiano anni 80/90 e dal Grunge/Crossover, Alberto da tante contaminazioni tra cui Blues e Funky, Rudy dall’Hard Rock statunitense, Lorenzo dall’Alternative Rock e dall’Industrial e Matteo dal Metal. Peró è senza dubbio questo che ci ha permesso di creare il nostro sound, che confonde anche gli “addetti ai lavori” che ci recensiscono. Ad alcuni abbiamo ricordato i nazionali Negrita, Litfiba, Subsonica e Bluvertigo, altri hanno trovato nei nostri suoni ricordi di Jane’s Addiction, Nine Inch Nails e Depeche Mode, fino ad arrivare addirittura al Trip-Hop dei Massive Attack. In effetti ragionando per paragoni, come si è soliti fare in questi casi, c’è un po’ di tutto questo in realtà nei nostri dischi. Per nostra scelta abbiamo deciso di non darci limiti o legarci ad un genere perchè altimenti il rischio sarebbe quello di perdere la naturalità che ci ha permesso di comporre senza pressione i nostri dischi.

Complimenti innanzitutto per la scelta di cantare in italiano che tante volte viene cestinata a causa del forte impatto americano che sembra dettare legge su come si canta e suona. Da cosa è nata questa scelta e su cosa vi basate quando scrivete un testo?

La scelta di scrivere in italiano è dettata dalla volontà di rendere fruibile la nostra musica a tutti a livello nazionale, ma in particolar modo di cercare di proporre qualche cosa di diverso da quello che il panorama musicale italiano offre. La musica italiana sembra che per arrivare alla gente debba rispettare dei canoni musicali molto pop/rock quando invece, ci sono tanti altri generi che pochi o nessuno ha mai ascoltato. Ci sono realtà che hanno creato un genere di nicchia (per citarne alcuni Afterhours, Marlene Kuntz, Teatro Degli Orrori) ma purtroppo restiamo sempre su un filone Alternative/Rock, ma all’appello mancano tantissimi altri generi. Tanti pensano che sia più facile scrivere in inglese che in italiano ma non è vero. Abbiamo una lingua molto melodica ed è possibile adattarla perfettamente ad ogni genere.

Cosa ne pensate di questa invasione televisiva nel mondo della musica, dove si suona e canta piu in televisione che nei palchi e l’apparire sembra superare la competenza tecnica e compositiva? Lascia meno spazio alle band emergenti che vogliono affermarsi a causa di questo forte impatto visivo o non avete trovato nessun problema?

La musica è cambiata molto negl’anni ed è diventata un business, una parte fondamentale dell’economia. L’avvento dei talent era una cosa inevitabile nei tempi in cui viviamo e sinceramente non mi sento di denigrarli. Diciamo che la musica che esce dai talent è totalmente diversa dalla musica che propongono le band indipendenti. È diversa nella concezione dei brani ed è diversa nel messaggio. Che una canzone esca da un talent o che arrivi da una band indipendente che azzecca un brano, per le major discografiche è comunque un “prodotto”, la differenza sta nel fatto che per gli artisti dei talent viene studiato tutto a tavolino per “vendere”, mentre gli indipendenti portano in musica le loro esperienze molto spesso senza badare alle tendenze musicali, azzardando spesso sonorità diverse per cercare di differenziarsi. Sicuramente i talent hanno contribuito molto ad eliminare quasi definitivamente la figura del vecchio talent scout che girava nei locali alla ricerca di nuovi talenti, diminuendo ancor di più la possibilità per realtà come la nostra di farsi notare.

Cosa ne pensate della musica emergente in Italia? Si riesce ad avere spazio ed a suonare Live o vi sentite un po delusi dall’ormai organizzazione “fai da te” con cui ormai molte band convivono?

Ho anticipato un po’ la risposta a questa domanda in quella precedente. È difficile trovare spazio sia perchè i locali guardano giustamente al budget, sia perchè purtroppo in italia manca la cultura dell’ascolto della musica emergente/originale. È un po’ come un cane che si morde la coda. La colpa è di tutti e di nessuno. Diciamo che con l’avvento dei social molte band giovani tendono a guardare di più i “like” che alla sostanza. Per emergere bisogna sacrificarsi molto e le opportunità bisogna saper andarsele a cercare. Noi non possiamo lamentarci, dal primo disco ad oggi abbiamo fatto oltre 70 date, trovate a suon di telefonate e mail e di impegno in sala prove per non deludere mai le aspettative. Per altro proprio per questo nel nostro paese un gruppo di ragazzi, ci hanno coinvolto (nonostante il poco tempo che abbiamo a disposizione) in un progetto ambizioso che si chiama La Fabbrica Degli Artisti che è una sorta di sala concerti autogestita, aperta con l’aiuto del comune di Cerea (Verona), dove una volta a settimana viene dato spazio alle band emergenti in un ambiente attrezzato, con diretta del live e con delle interviste che vengono trasmesse sulle frequenze della locale Radio RCS. Un progetto che nel proprio piccolo cerca di “abituare” la gente all’ascolto della musica originale ed ambisce ad essere un punto di ritrovo per le band dove potersi confrontare e crescere insieme.

Quanti album o singoli avete in attivo e nel presente cosa state realizzando o avete realizzato?(eventi, live importanti, collaborazioni importanti, uscita di video ecc).

All’attivo abbiamo 2 disci (“Interferenze” e l’ultimo “Stupide Abitudini”) e 5 singoli, 2 del primo disco e 3 di quest’ultimo. Ora stiamo lavorando nuove idee per il prossimo lavoro che sarà sicuramente un’ulteriore svolta e dove probabilemente “oseremo” qualche cosa in più. Abbiamo avuto la fortuna di aprire i live di artisti importanti come Il Cile, The Bastard Sons Of Dioniso, I Rio, Velvet e tanti altri. Molto spesso purtoppo le band che come noi hanno la fortuna di fare delle Opening Act le usano soltanto come mezzo pubblicitario (cosa che in effetti è, e sarebbe da ipocriti dire il contrario) quando invece sono una occasione unica per parlare con artisti molto spesso affermati per poter capire e imparare molte cose, sia a livello compositivo/testuale o semplicemente di organizzazione e di promozione. A noi è servito tantissimo ed è anche un po’ merito loro se stiamo facendo crescere il progetto Seta giorno dopo giorno.

I fan e i supporters, sono i muscoli di ogni band; senza di essi molte band sarebbero cadute nel dimenticatoio a causa di recensori e discografici che non hanno sempre azzeccato il punto (i beatles insegnano). Cosa volete esprimere e quale messaggio volete dare tramite la vostra musica a chi vi ascolta e quale sarebbe per voi la maggiore gratifica che potrebbero fare i vostri fan?

Ad essere onesti i nostri fans ci gratificano già tantissimo con la loro costante presenza. Cosa potremmo chiedergli di più? Vederli sempre ai nostri live o vederli in prima fila magari durante una open act, come successo recentemente con I Rio, e vederli cantare le nostre canzoni è una sensazione difficile da spiegare a parole, e ti ripaga di tutti gli sforzi. La musica è uno scambio reciproco di emozioni tra musicisti e fans, ed è proprio questo che la rende unica. Per quanto riguarda le recensioni devo dire che questo disco ha riscosso davvero tanti pareri positivi da parte degli addetti ai lavori quindi non possiamo che esserne contenti. Capita a volte di imbattersi in qualche recensione negativa che peró, se giustificata, ci aiuta a ragionare e capire determinate cose per poter migliorare. Un disco per un artista è un percorso, che nel caso di “Stupide Abitudini” si è rivelato essere una sorta di racconto di una parte della nostra vita. Nel disco ricorre spesso il concetto di “amore” ma non inteso in senso stretto come affetto nei confronti di una persona, ma come “affezione” per qualcosa, per qualche “stupida abitudine”. Il nostro album quindi non è un vero e proprio messaggio ma un semplice “storia”, che vuole far capire che nonostante tutto bisogna sempre sapersi rialzare dopo una caduta e fare dei propri sbagli un insegnamento.

Siamo in conclusione. Grazie per averci dedicato del tempo prezioso, complimenti per il vostro progetto e per le vostre scelte compositive. Quali sono i vostri progetti futuri e dove possiamo vedervi live o seguire le vostre news ed i vostri eventi?

Grazie a voi per averci dato l’opportunità di “raccontarci”. Per seguirci potere andare su www.setaofficial.com dove trovate tutte le news che ci riguardano e da dove potete accedere ai nostri canali ufficiali.

Per le altre interviste realizzate da Max Aci, basta cliccare qui e buona lettura!